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Roma Capoccia

Fiumicino mon amour: pesce, barche e stelle. Una piccola guida

Gianluca Roselli 

Cosa fare, ma soprattutto dove mangiare, adesso che inizia l’estate. La rivincita su Ostia e Fregene

Se fosse una partita di calcio, il risultato sarebbe un 3 a 1 piuttosto facile, con dominio sul terreno di gioco per tutti i 90 minuti. Parliamo invece di cucina e della superiorità, per offerta e qualità, di Fiumicino sulle altre località del litorale romano, a partire da Ostia e Fregene (lasciando fuori Anzio, già troppo lontana). Anzi, qui si tratta proprio di una rivincita: la “brutta” Fiumicino che si prende le sue soddisfazioni verso le due località più famose e frequentate. Fregene, con la sua lussureggiante pineta, le candide ville di una certa borghesia romana e il villaggio dei pescatori, e Ostia, con le sue palazzine liberty e gli stabilimenti storici, come il Kursaal. Fiumicino, che sta in mezzo, dal punto di vista marittimo è più popolare, per non dire coatta, con la spiaggia di Coccia di Morto giunta agli onori delle cronache per il film Come un gatto in tangenziale. E poi la vicina Focene, dove molti vanno a cimentarsi col surf. Se si tratta di cucina di pesce, i romani più esperti non hanno il minimo dubbio: l’auto si punta in direzione Fiumicino. 

Non che a Ostia e Fregene non ci siano ristoranti: ce ne sono parecchi, quasi tutti all’interno degli stabilimenti balneari, ma la qualità è inferiore. Forse proprio perché tutto al meglio non si può fare: gestire un beach club e proporre cucina di livello. Con qualche eccezione, naturalmente: a Ostia ci sono gli storici La Vecchia Pineta (dove andava Cesare Romiti) e Peppino a mare. A Fregene c’è Mastino (dicono assai peggiorato) e la Baia. Ma il vero luna park della cena (o del pranzo) di pesce è Fiumicino. Dove, oltre ai ristoranti storici, come Bastianelli al Molo, continuano ad aprire nuove interessanti realtà. 

Premessa: gli unici due stellati (una stella) del litorale romano stanno qui. Il primo è Pascucci al Porticciolo, dove Gianfranco Pascucci vi prenderà per mano per un viaggio nell’universo salmastro più profondo del suo mare. L’altro è Il Tino, regno dello chef Daniele Usai, all’interno dell’affascinante complesso Nautilus Marina, nel canale di Isola Sacra: porto turistico e cantiere navale per barche a vela. L’intelligenza di Usai è stata quella di aprire anche un bistrot, il 4112, dove si cena ottimamente a prezzi non eccessivi in una divertente location industriale che ben si addice all’atmosfera da cantiere navale del complesso. Risultato: locale sempre pieno e atmosfera rilassata. 

Per trovare le ultime novità, però, bisogna tornare in centro, su Via della Torre Clementina, la strada principale costeggiata dal canale dove ondeggiano i pescherecci, che ogni giorno sono i protagonisti dell’asta del pesce, dove i ristoratori vanno ad aggiudicarsi il pescato. Uno degli indirizzi più gettonati è L’Osteria dell’Orologio, dove lo chef Marco Claroni in pochi anni ha saputo creare un fantasioso menù di sapori di mare e di terra, con inventiva e genialità. Altri due indirizzi recenti sono Borgo Salino, con una cucina dai riflessi campani, e Allure, che ha nei dolci il suo pezzo forte. Se poi volete concedervi una serata più modaiola, c’è Follies, locale che non sfigurerebbe sull’Ocean Drive di Miami Beach, con tre proposte: il menù tradizionale (living), quello più innovativo (slowly) e il mixology, ovvero i cocktail, anche solo per il dopo cena. Se invece volete provare il connubio tra pesce e pizza, allora c’è la divertente Pizzeria Clementina, dove la tradizionale pizza bassa romana si coniuga in versione marinara con gamberi, mazzancolle, alici e pure vongole. Da accompagnare con vino o bollicine. 

Altri due indirizzi più tradizionali sono La Marina, con pochi fronzoli e molta sostanza, e Gastone, sul lungomare, il cui pezzo forte è la sfiziosità degli antipasti. Se poi siete appassionati di ostriche e vino, c’è L’Enoteca Ostricheria. 

La sensazione, facendo un’escursione da queste parti, e che dovunque andiate, caschiate bene. O comunque non male, come invece capita sempre più spesso in città o nelle altre località del litorale. E poi è bello, nei tardi pomeriggi estivi, lasciarsi qualche chilometro alle spalle, cambiare aria e godersi una cenetta di pesce di qualità (senza dover accendere un mutuo).    

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