Roma Capoccia

Metro C, biglietti elettronici sui bus e svolta green: parla Patanè

Gianluca De Rosa

A un anno dall'elezioni che hanno portato Gualtieri in Campidoglio, l'assessore alla Mobilità ammette: "I cittadini non percepiscono ancora il cambiamento, ma abbiamo trovato le rovine. Su metro e tram nessuna manutenzione da 15 anni"

Eugenio Patanè, assessore capitolino alla Mobilità, lo ammette subito. “Ci rendiamo conto che dopo 12 mesi di governo della città per i cittadini è ancora difficile percepire un cambio di passo, ma quello che ci siamo trovati arrivati in Campidoglio è stato, metaforicamente, un palazzo distrutto, abbiamo dovuto ricostruire tutto dalle fondamenta”. Sulla mobilità che cosa significa di preciso ripartire dalle fondamenta? “Innanzitutto – spiega l’assessore – abbiamo rifatto la pianificazione di scenario, per questo il mio primo atto è stata l’approvazione del Pums che indica a dieci anni le opere che saranno realizzate, poi abbiamo rifatto tutta la regolamentazione successiva: le linee guida per il piano urbano parcheggi, le linee guida del regolamento sulla sharing mobility, il regolamento per le colonnine elettriche, il regolamento per i bus turistici, il piano della logistica delle merci che arriverà in giunta entro fine dicembre. Sono le fondamenta necessarie per i prossimi 10 anni”. Si ma intanto dopo un anno i romani si trovano con la metro A che chiude alle 21 e una linea tram molto importante, l’8, completamente sospesa, c’è una certa amarezza. “Capisco la frustrazione – ammette Patanè – purtroppo quello delle infrastrutture è il vero grande tema che ci siamo trovati di fronte: sia per i tram, sia per le metro, per 15 anni non è stato fatto nulla, dall’armamento, alla linea elettrica, dal segnalamento, all’acquisto di nuovi convogli. In 15 anni non è stato comprato né un treno, né un tram, l’ultima manutenzione della linea A risaliva alla giunta Veltroni e anche sull’infrastruttura dei tram non si interveniva da allora”. Che cosa ha significato? “In primo luogo che se non fossimo intervenuti insieme al governo Roma sarebbe rimasta senza metropolitane, per rispettare gli obblighi manutentivi dei treni saremmo stati costretti a chiudere tutte e tre le linee, con un grande sforzo a dicembre scorso abbiamo ottenuto dal ministero una deroga per i treni della A, mentre il 15 giugno il decreto Salva Metro ci ha permesso di prorogare le revisioni dei treni di B e C e di scongiurare la chiusura”.

 

Sulle manutenzioni l’assessore si è dunque messo a lavoro: “Entro il giubileo – spiega – arriveranno i primi 14 dei nuovi 30 treni che abbiamo acquistato, 12 andranno sulla B e 2 sulla linea rossa, intanto sulla metro A sarà stato sostituito l’intero armamento e, come con l’otto, dovremmo procedere su tutta la rete tranviaria a partire dal nodo di valle Giulia, poi via prenestina e via labicana”. Quindi altre chiusure? “Esatto, non si possono fare romanelle, è un delitto che per 15 anni nessuno ha fatto nulla”.  C’è poi il capitolo ascensori e scale mobili, sono ancora tantissime quelle che non funzionano. “Quando siamo arrivate erano 167 gli impianti di traslazione non funzionanti, 47 li abbiamo già aggiustati, su 60 aspettiamo i collaudi e per i restanti 60 sono già partiti i bandi”.

 

Nuove opere? “La stazione della metro C di Porta Metronia aprirà ad ottobre 2024, Fori imperiali due mesi più tardi, a dicembre, in tempo per l’apertura dell’anno santo. Non solo il governo ci ha fornito 1,8 miliardi per completare la stazione di Venezia e fare un primo pezzo della tratta successiva, nel Def sono previste le risorse per completare l’opera fino a Farnesina, se il nuovo governo confermasse quei fondi nel 2030 la metro C sarebbe completata”. Per il Giubileo dovrebbero essere pronte anche diverse linee tram – in particolare la Termini-Vaticano- Aurelio e la Tiburtina-Verano – ma Roma Metropolitane, la stazione appaltante per le opere di mobilità è ancora in liquidazione, i fondi in cassa sono finiti e i dipendenti non ricevono neppure gli stipendi. “Purtroppo non sarà possibile far uscire l’azienda dalla liquidazione, sugli stipendi stiamo lavorando, poi l’azienda sarà incorporata in Agenzia Roma servizi per la mobilità, e Roma Capitale tornerà a fare da stazione appaltante, ma servirà una nuova delibera del Cipe, intanto per evitare ritardi e permettere almeno che le due infrastrutture strategiche per il Giubileo siano realizzate, ho firmato un protocollo d’intesa con Invitalia, saranno loro a fare da stazione appaltante, i bandi saranno pronti prestissimo”.

 

Ci sono poi due novità. La prima riguarda gli autobus. “Entro gennaio – spiega – installeremo su tutte le vetture i tap and go, i dispositivi per pagare con carta o bancomat il biglietto”. La seconda novità riguarda le auto private e ha tutta l’aria di una svolta green destinata a fare discutere. “Dal 1 novembre – spiega l’assessore – entrerà in vigore la Ztl fascia verde, un’area più ampia dell’anello ferroviario dove dal lunedì al sabato non potranno entrare auto disel euro 3 e benzina euro 2, invierò personalmente ai proprietari le lettere per spiegare  che i permessi Ztl o per la sosta tariffata delle lettere per spiegare che quei permessi saranno ritirati, leveremo 35mila automobile dal centro della città”. I veicoli coinvolti sono in realtà molti di più, il 28 per cento della flotta privata dei romani che già, in teoria non può entrare nell’anello ferroviario, una regola che, di fatto, è lettera morta. “Da febbraio invece disporremo la segnaletica e da agosto saranno attivi i varchi elettronici, per chi ha auto così inquinanti non sarà più possibile accedere al centro della città”, conclude Patanè.

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