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Chi è Eugenio Patanè, l'uomo che si occuperà del fuoco Atac

Gianluca Roselli

Avvocato 49enne, assistente di diritto civile alla Luiss e vicino a Legambiente. Dopo una lunga esperienza nel Pd romano e in Regione, Patanè arriva in Campidoglio a occuparsi di mobilità. Sognando semfori intelligenti come in Israele

Era il favorito per diventare assessore ai trasporti e lì è finito. Anche perché è un settore che conosce avendo guidato la commissione mobilità della Regione Lazio. Il passaggio dalla Pisana al Campidoglio è avvenuto in modo indolore: dopo due mandati in Regione, Eugenio Patanè torna in Comune nella squadra di Roberto Gualtieri in una poltrona che scotta. Sui trasporti, infatti, avrà gli occhi della città addosso. Chi di noi non ha mai aspettato un autobus per mezz’ora, salvo poi vederlo arrivare come un miraggio nel deserto senza purtroppo riuscire a prenderlo poiché strapieno (e quindi attendere ancora)? Patanè dovrà affrontare questi e molti altri problemi: dai bus flambé a quelli scassati che restano in deposito, dalla Roma-Lido alle scale mobili rotte nelle stazioni della metro, fino agli eterni lavori delle linee B e C e altro ancora. 


Zingarettiano di ferro, Patanè si è fatto le ossa nel magico mondo del Pd romano riuscendo però a uscire illeso dalle mille polemiche degli ultimi anni che hanno toccato lo zenith con la defenestrazione dal notaio di Ignazio Marino. Avvocato 49enne, assistente di diritto civile alla Luiss, vicino a Legambiente, nel 2006 diventa consigliere comunale e nel 2010 è presidente del Pd capitolino. Nel 2013 viene eletto per la prima volta in Regione, dove diventa presidente della commissione cultura, con replica nel 2018, quando però va a occuparsi di mobilità e trasporti. 


In vista del traffico natalizio ha previsto “taxi gratuiti per donne e ragazzi”. Mentre, da convinto ambientalista, pensa che “la bici in città non deve essere un hobby ma un vero mezzo di trasporto”: così vuole arrivare a 150 km di piste ciclabili e andare avanti col Grab, il grande raccordo anulare per le due ruote. Sogni ad occhi aperti? Chissà. I parcheggi con le strisce blu, invece, devono passare da 70 mila a 100 mila. Ma l’idea più strepitosa nelle prime interviste sono “i semafori intelligenti comandati tramite Google, che diventano verdi a seconda del traffico, come succede in Israele”. La funivia di Casalotti della Raggi finisce in cantina, ma “resterà il progetto per quella dalla Magliana all’Eur”. Per le periferie “faremo un’app con cui si potrà avere un bus a chiamata”, mentre “la stazione del Pigneto diventerà la King's Cross romana”. 


“E’ competente e studia i dossier, ma a volte risulta saccente e supponente…”, dicono di lui. Patané ha scritto il programma sui trasporti per Gualtieri, con cui condivide la passione per la chitarra. Ma gli piacciono molto anche libri, calcio, rugby e corsa (“vorrei partecipare alla maratona di New York”). Vive con Loredana e due bambine. Sul referendum per la privatizzazione Atac è andato contro il suo partito, il Pd, che era per il Sì, schierandosi per il No: “Coi privati i problemi rimarrebbero e nel frattempo si rischia la paralisi”. Nel 2014 viene coinvolto in “mafia capitale”, dove è accusato di finanziamento illecito: si autosospende dal partito ma poi sarà archiviato. “Hanno infangato la città per niente”, dirà alla fine. 


Gualtieri l’ha fatto assessore, ma lui all’inizio era per Carlo Calenda. “Non è il momento delle mezze figure, abbiamo bisogno di un sindaco autorevole che possa sedersi al tavolo con governo e imprenditori. Calenda è la persona giusta, ma deve sottoporsi alle primarie di coalizione…”, diceva un anno e mezzo fa. Poi le cose sono andate diversamente.

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