(foto di Ansa)

roma capoccia

Bene con i rifiuti, ma ora servono altri poteri speciali per Roma”. Parla Antonio Ciucci (Acer)

Gianluca De Rosa

I poteri straordinari che il governo ha conferito a Gualtieri sono un punto di partenza, ma ora ci sono altri passi che è necessario fare, preferibilmente prima delle elezioni

La storia del termovalorizzatore insegna. Il combinato disposto del Pnrr e del Giubileo del 2025 può essere la chiave di volta per fornire al sindaco di Roma, in tempi non biblici e senza riforme costituzionali, i poteri straordinari che tutti i primi cittadini, una volta saliti in Campidoglio, finiscono con chiedere a gran voce. Grazie alla norma varata tre giorni fa dal governo Roberto Gualtieri potrà decidere di ciclo dei rifiuti e impianti senza passare dalla Regione Lazio. “Se vogliamo permettere la rigenerazione della città con l’urbanistica bisognerà fare qualcosa di molto simile, ma senza bisogno dell’intervento dell’esecutivo: è sufficiente che la Regione Lazio devolva al comune alcuni poteri su varianti e piano regolatore”, dice al Foglio Antonio Ciucci, eletto da pochi giorni presidente dell’Acer, l’associazione dei costruttori romani. Questa mattina all’Auditorium, in occasione dell’evento “Roma riparte”, si confronterà pubblicamente per la prima volta con i suoi referenti istituzionali, gli assessori all’Urbanistica Massimiliano Valeriani (Regione Lazio) e Maurizio Veloccia (Roma Capitale).

 

“A loro – avverte – lo dirò senza troppi giri di parole. Se davvero lo desiderano, questo è il momento di agire, non c’è bisogno di niente se non della loro volontà, l’occasione giusta potrebbe essere già il prossimo collegato di bilancio regionale. Anche Gualtieri e Zingaretti a parole dicono di essere d’accordo, ora servono i fatti”. Ma cosa chiedono di preciso i costruttori? “E’ molto semplice”, spiega Ciucci. “L’attuale piano regolatore della Capitale è datato, ha bisogno di modifiche, ma oggi qualsiasi variante o modifica alle norme tecniche di attuazione, come i cambi di destinazioni d’uso, deve fare due passaggi, prima in comune, poi in Regione, questo significa tempi lunghissimi e impossibilità per la Capitale di pianificare liberamente il proprio sviluppo”.

 

A preoccupare gli imprenditori è l’avvicinarsi delle scadenze elettorali. “Con il voto nazionale e quello regionale si bloccherebbe di nuovo tutto e arriveremmo al Giubileo con le regole attuali”, sostiene il presidente di Acer. E però i poteri potrebbero non bastare. “Gli uffici capitolini – dice Ciucci – negli ultimi anni sono rimasti senza personale e quindi sarebbe importante che contestualmente al trasferimento dei poteri fossero spostati anche i dipendenti”. Senza potrebbe verificarsi un paradosso. “Potremmo trovarci con regole più semplici, ma una macchina burocratica ancor più ingolfata di quanto sia ora … e a quel punto addio taglio dei tempi”.

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