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Vai per buttare un televisore e vieni intercettato dagli smaltitori abusivi. Una storia

Gianluca De Rosa

Gratuitamente e senza impegno gli operatori illegali caricano i rifiuti elettronici su un furgoncino parcheggiato proprio sotto le insegne delle isole ecologiche del comune di Roma. È la prima parte di una filiera illegale dello smaltimento, dove i metalli vengono estratti e il resto bruciato o seppellito

“Quelli stanno lì e non se ne vanno, ho avvertito pure il Nucleo Decoro e Ambiente della polizia municipale, ma non ci sta niente da fare”. Maurizio Marchini, lavoratore di Ama e animatore di Lila, il gruppo un po’anarchico, ma senz’altro propositivo dei dipendenti della municipalizzata dei rifiuti romani, è sconfortato. D’altronde la storia di cui parla è di quelle che lasciano allibiti e impotenti. A Roma le isole ecologiche latitano. Attualmente ce ne sono solo undici (con il Pnrr l’obiettivo è di realizzarne altre otto, mentre durante la consiliatura Raggi ne erano state promesse  altrettante ma nessuno le ha poi mai viste davvero).

 

Una di queste si trova a via Mattia Battistini, arteria fondamentale tra Primavalle e Boccea. Davanti al grande cancello grigio che permette l’accesso carrabile al centro di raccolta, però, chi si reca per buttare via un vecchio televisore o un pc viene subito intercettato da due signori. “Ehi amico, che cosa devi buttare? Hai roba elettronica? Puoi darla a noi”. Gratuitamente e senza impegno i due si caricano su un furgoncino parcheggiato proprio sotto l’insegna del centro di raccolta qualsiasi cianfrusaglia con componenti metalliche: dalle radio ai tostapane. Incredibile. In pratica evitano che i cittadini utilizzino l’isola ecologica. E nessuno, dal comune, a quanto pare, fa niente.

 

L’attività è ovviamente altalenante. Quando l’isola ecologica è aperta la loquacità degli smaltitori improvvisati si riduce, quando invece chiude per la pausa pranzo tutto diventa più semplice. Controlli, però, non ce ne sono. Né quando è aperta né quando è chiusa. D’altronde se un cittadino non proprio retto ha fatto un lungo giro in auto – lo dicevamo le isole ecologiche sono poche – per buttare un televisore potrebbe anche cedere alla tentazione di non aspettare un’ora e risolvere così. Gli smaltitori illegali comunque non sono sempre gli stessi. Variano gli uomini, e anche i camion: a volte c’è solo un furgone con un artigianale cartello con la scritta “Smaltimento rifiuti elettronici”, altre c’è un camion più lungo e scoperto con la scritta adesiva attaccata direttamente alla vettura “Raccolta ferro”, altre ancora entrambi i mezzi. E’ solo la prima parte di una filiera illegale di smaltimento dei rifiuti: dove i metalli vengono estratti e il resto bruciato o seppellito. “Da queste parti – racconta Silvia, architetto di 41 anni, che vive non lontano dall’isola ecologica – lo sanno tutti. Pure i vigili, eppure non succede nulla. Alcuni giorni fa una pattuglia della municipale è venuta ed è rimasta a lungo davanti al cancello, quelli si sono dileguati, ma dal giorno dopo è tornato tutto come prima”. (gdr)

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