Foto di Karen Zhao via Unspalsh

Roma Capoccia

Sale semivuote ma regole (in genere) rispettate: una sera al cinema

Gianluca Roselli

Dopo il lockdown è nata una rete dei cinema indipendenti italiani per fare azione comune e organizzare rassegna. Resiste ancora però la paura di rimanere per ore in un luogo chiuso con le altre persone

    Uno dei problemi sono i popcorn. Le regole per i cinema parlano chiaro: la mascherina è obbligatoria per tutta la durata del film. Ma se uno si prende popcorn e coca cola, come fa? “È permesso togliere la mascherina mentre si consuma, ma poi bisogna rimetterla”, risponde Cristina Finamore del Cinema Eden, in Prati. Perché è successo che alcuni spettatori si siano lamentati degli “sgranocchiatori”. “Le regole, se ci sono, vanno fatte rispettare. Primo, perché è giusto. Secondo, perché più gli spettatori si sentono sicuri e protetti, più verranno al cinema. Perché con i numeri che facciamo adesso non si potrà andare avanti per molto. Facciamo una gran fatica…”, continuano dal Cinema Eden. Qui si è molto rigidi con le regole anti Covid: distanziamento, vicini solo i congiunti, mascherina obbligatoria, sanificazione aria e ambienti. Personale che ogni tot si fa un giro in sala per controllare. “Ma non dobbiamo creare un effetto carcere…”, dicono. Non tutti i cinema sono così virtuosi, però.

     

    In un’altra sala romana, di cui non faremo il nome, durante un film di cartello abbiamo visto con i nostri occhi un distanziamento assai ridotto e persone senza mascherina, riprese dal personale solo dopo la segnalazione da parte di altri clienti. Cosa piuttosto spiacevole, quello di doversi alzare per fare i delatori. O clienti ripresi da altri clienti. Una scocciatura. Diciamo però che nella stragrande maggioranza dei cinema non è così: le regole ci sono e vengono fatte rispettare. Il problema, però, è che le persone hanno ancora paura di dover passare due ore al chiuso insieme a degli sconosciuti. E così gli spettatori languono: un terzo per sala quando va bene (i posti non sono tutti fruibili), ma pure 10-15 persone per l’intera giornata.

     

    La stagione, però, è ripartita. Con molte pellicole attese arrivate nelle sale proprio in questi giorni. C’è “Tenet”, il nuovo film di Christopher Nolan. “Il meglio deve ancora venire”, commedia francese con Fabrice Luchini e Patrick Bruel. Si può ancora vedere “I Miserabili”, versione moderna del romanzo di Victor Hugo. C’è “Favolacce”, pellicola che ha consacrato i fratelli D’Innocenzo. Poi sono arrivati i film di Venezia, come “Notturno” di Gianfranco Rosi e “Miss Marx” di Susanna Nicchiarelli. Insomma, di roba da vedere ce n’è. Quello che però ancora manca è il pubblico. “In questi giorni, con la manifestazione di Venezia, a Roma le cose sono andate bene, ma in generale i numeri sono molto bassi. Noi avevamo riaperto già il 18 giugno e ci siamo fermati in agosto: paradossalmente abbiamo più difficoltà adesso di prima. A giugno è stato commovente: dopo il lockdown le persone avevano una gran voglia di cinema, tanto che abbiamo realizzato un video con i clip girati dai nostri clienti che dichiarano il loro amore per il cinema: lo mandiamo prima di ogni film”, racconta Fabio Amadei, direttore del cinema Farnese. Qui i posti dove sedersi non sono numerati, ma segnati con un fiocco bianco. “Su 300 posti ne sono fruibili solo 100. Ma per ora non riusciamo a riempirli. Da parte dei media c’è una campagna terrorizzante sui luoghi al chiuso e quindi le persone non si fidano. Ma il successo che abbiamo registrato con i film di Venezia, anche grazie agli incontri con gli autori, fa ben sperare per l’immediato futuro”, continua Amadei. E al Farnese si aspettano i prossimi eventi: il Festival del cinema spagnolo (2-7 ottobre), la Festa di Roma (15-25 ottobre) e il Torino Film Festival (20-28 novembre). E dopo il lockdown è nata una rete con gli altri cinema indipendenti italiani per fare azione comune e organizzare rassegne. “Noi ce la mettiamo tutta per far sentire sicuri gli spettatori. Ci sono le distanze, con un sistema elettronico di biglietteria che esclude i posti intorno a quelli occupati, creando delle vere e proprie isole, la sanificazione dei filtri dell’aria, la registrazione dei clienti, cui prendiamo anche la temperatura. E se qualcuno non ha la mascherina, gliela diamo noi”, spiega Daniel Tellone, direttore del Cinema Intrastevere. Anche qui, però, la sala si riempie per un terzo, quando va bene. “Ma io vedo molta voglia di cinema: le persone non ne possono più di stare a casa davanti alle serie tv o ai film in televisione. Abbiamo avuto un settembre molto caldo e magari non si aveva voglia di stare al chiuso. La vera stagione inizia adesso”, aggiungono dall’Intrastevere. Ma ci sono i ribelli della mascherina? “Pochissimi. Chi non ce l’ha non entra o se ne deve andare, ma di solito poi se la mettono”, rispondono gli esercenti. “Noi facciamo un enorme sacrificio economico per restare aperti, qualche piccolo sacrificio deve farlo anche il cliente. Per amore del cinema”, dicono.