"Sui nomadi si fa soltanto una brutta campagna elettorale"
Parla Santino Spinelli, musicista, compositore, italiano di origine rom che ha anche insegnato all’università di Trieste e ha scritto molti saggi sui Rom in Italia
Dice: “Tutti fanno propaganda elettorale sui rom e tirano acqua al loro mulino. Tutti i politici hanno puntualmente dichiarato di voler smantellare i campi nomadi, che sono una forma orrenda di segregazione razziale, salvo poi altrettanto puntualmente far rimanere tutto come prima e peggiorare la situazione. Questo si verifica da circa quarant’anni”, spiega Santino Spinelli, musicista, compositore, italiano di origine rom che ha anche insegnato all’università di Trieste e ha scritto molti saggi sui Rom in Italia.
Tuttavia il tipo di romanì riconoscibile con cui più spesso l’italiano comune entra in contatto dà fastidio: mendicante, o ladruncolo. E la soluzione che viene in genere indicata, adesso anche da Virginia Raggi, è quella dello smantellamento dei campi. “Guardi”, risponde Spinelli, “il 60 per cento della popolazione romanì in Italia ha la cittadinanza italiana, vive in casa ed è presente sulla penisola da oltre 6 secoli. La realtà romanì non è solo degrado, ma anche arte, cultura, lingua, letteratura, sport, cinematografia, teatro, lavoro onesto e quant’altro. Detto questo, ‘eliminare i campi’ che significa? Una famiglia presa dal campo e posta in un appartamento, senza un lavoro onesto e senza assistenza, nell’arco di tre o quattro settimane tornerà al campo dove vige un’economia di sopravvivenza (come in ogni forma di ghettizzazione) che crea dipendenza. La questione, quindi, è molto più complessa degli stereotipi funzionali e sbrigativi proposti da chi in realtà non vuole risolvere il problema. E fa campagna elettorale”.
Intanto il sindaco Raggi annuncia la chiusura dei campi Barbuta e Monachina, grazie a fondi dell’Unione Europea. E i politici di destra protestano perché “si danno le case ai rom e non agli italiani”. Mentre l’associazione 21 luglio parla di un fake plan, dicendo che nei due anni previsti, sulla carta, per smantellare i villaggi di Barbuta e Monachina “usciranno solo 11 famiglie” e “per ognuna di queste verranno spesi 345mila euro”. Come stanno le cose in realtà? “Mi sento di dire questo”, risponde Spinelli, “l’inclusione passa non solo attraverso un alloggio stabile, ma anche attraverso il lavoro, l’assistenza sanitaria, la scolarizzazione e la promozione sociale. Se non si pensa a queste cose, è tutto inutile. La realtà è che la situazione dei rom non cambia poiché ci sono interessi politici ed economici enormi. Le associazioni italiane di pseudo volontariato che ‘per mestiere’ si occupano di rom, ci sguazzano. Poi ci sono politici corrotti che ne traggono vantaggio, e altri spregiudicati che invece ne fanno strumento di propaganda per raccattare voti e vellicare gli istinti peggiori degli italiani. E’ una situazione marcia, disumana e criminale. E io sono scettico”.
Anche all’estero è così? Negli altri paesi europei come vanno le cose? “In Germania e in Spagna la situazione è decisamente migliore. Solo in Italia esistono i campi nomadi. E non a caso l’Italia ha il triste primato di essere il paese più razzista d’Europa nei confronti dei rom. Questo dovrebbe far riflettere tutti. Occorre un reale cambiamento e le autorità, le istituzioni, i politici e i mass media devono assumersi le loro responsabilità. Ma la domanda vera è: c’è questa reale volontà? Io attendo da trent’anni. E finora ho visto soltanto campagne elettorali giocate sulla pelle delle persone”.
Roma Capoccia - odo romani far festa