Luoghi sacri

Maurizio Crippa

E anche il sito dell’Expo è battezzato. O meglio sarà benedetto dalla presenza della nostra bella Madunina, che dominerà in copia conforme i padiglioni che stanno sorgendo nell’area di Rho-Pero destinata alla gran kermesse mondiale.

E anche il sito dell’Expo è battezzato. O meglio sarà benedetto dalla presenza della nostra bella Madunina, che dominerà in copia conforme (“piscinina” è variante poetica da lasciare alla canzone, la statua sulla guglia più alta del Duomo è una ragazzona di quattro metri e mezzo) i padiglioni che stanno sorgendo nell’area di Rho-Pero destinata alla gran kermesse mondiale. L’annuncio l’ha dato mercoledì il commissario unico di Expo, Giuseppe Sala, che pur con cautela, “da domani un gruppo di lavoro congiunto si metterà al lavoro per trovare possibili soluzioni”, ha risposto con parole acconce e fervorose alla richiesta ufficiale che gli era stata presentata dall’arciprete del Duomo, mons. Gianantonio Borgonovo: “Desidero ringraziarla per l’opportunità che offre a Expo 2015 il simbolo più profondo della nostra città… Per l’Expo significa farsi portatore in modo ancora più deciso e concreto di quei valori di accoglienza, di tolleranza e fiducia nel futuro che hanno caratterizzato la Milano religiosa e laica”. Il laico problema di dove collocare la copia della Madonnina che la Veneranda Fabbrica del Duomo ha deciso di realizzare era stato, in verità, all’origine di una spigolosa baruffa tra curia e città, che ha rischiato di degenerare. Dapprima la Veneranda Fabbrica aveva chiesto di poter collocare la sacra immagine in piazzetta Reale, di fianco al Duomo e davanti all’ingresso delle più appetite mostre di Milano. Il soprintendente ai Beni artistici, Alberto Artioli – sua la potestà sul luogo, non del comune – aveva opposto un secco niet, e la Fabbrica non aveva gradito. Il comune aveva suggerito piazza Fontana, davanti all’arcivescovado. La curia aveva risposto: bah. Non era parso vero, ai leghisti di Palazzo Marino, di poter montare una gazzarra politica sulla Madonnina rifiutata e persino esodata dalla città di Pisapia, dove invece si accolgono islamici come se fosse festa. L’altro giorno hanno manifestato davanti a Palazzo Reale con una gigantografia della Protettrice di Milano. Adesso pare siano contenti tutti, pure Vittorio Sgarbi e Philippe Daverio (la Madonnina, della gita a Rho-Pero, non giureremmo).

 

In Duomo alla messa per il don Giuss, Giuliano Pisapia lunedì sera avrà forse pregato anche per la buona soluzione del caso Madonnina. In prima fila alla celebrazione organizzata da Cl per commemorare i dieci anni dalla morte del fondatore, la chioma bianca del sindaco che fu allievo di don Giussani al mitico Berchet spiccava, accanto a quella del vicesindaco Lucia De Cesaris, in un certo vuoto della politica ambrosiana.

 

Si litiga molto anche su dove piazzare le moschee. Il capogruppo regionale del Pd al Pirellone, Enrico Brambilla, ha fatto sapere che da Roma il governo è pronto a impugnare per incostituzionalità la nuova legge regionale che regolamenta la costruzione dei luoghi di culto in Lombardia. La chiamano “legge anti moschee”, prevede tra le altre cose una “Valutazione ambientale strategica” preventiva, ma va detto che persino la diocesi, attraverso il suo sito online, ha avanzato dubbi sui termini ritenuti troppo restrittivi del regolamento, che potrebbero porre limiti alla libertà di culto in generale a tutte le confessioni. La questione, più che religiosa, è molto politica. La legge della regione guidata da Bobo Maroni e voluta dal centrodestra (si segnala una Mariastella Gelmini entusiasta) è di fatto più restrittiva rispetto alle linee che ispirano il bando predisposto dal comune di Milano a fine 2014 (in scadenza a breve) e riservato a tutte le confessioni religiose (non solo l’islam) accreditate attraverso cui la giunta di sinistra ha messo a disposizione tre aree edificabili. In base al bando, le confessioni dovranno riqualificare gli immobili e pagarne gestione e canone d’affitto, sottoscrivere una serie di norme e protocolli, anche a proposito della tracciabilità di eventuali finanziamenti. Le comunità musulmane mugugnano: non potranno in ogni caso avere più di due aree. La diocesi non è contraria, ma chiede chiarezza sugli interlocutori. Intanto a Milano una moschea ancora non esiste, il prossimo Ramadan si annuncia come il solito tormentone emergenziale.

 

Non è un luogo santo, ma i grattacieli di Porta Nuova si prestano all’ecumenica religione Expo-ecologica. Fondazioni Riccardo Catella e Nicola Trussardi benedicenti, sabato l’artista Agnes Dénes (e aiuti) seminerà tra i grattacieli un campo di grano di cinque ettari, che imbiondirà un angolo di città proprio nell’estate dell’Expo. L’avevano già fatto a Manhattan. Vedremo che effetto farà a Milano.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"