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PREGHIERA
No all'ora di fragilità a scuola. Molto meglio l'ora di Bibbia
Vecchio e Nuovo Testamento pullulano di perdenti, di poveri, di malati, di disgraziati, ci sono i libri di Giobbe e delle Lamentazioni, e nei Vangeli si incontra un Dio talmente debole da lasciarsi frustare e crocifiggere. In confronto l'idea proposta da Franco Arminio sembra fatta apposta per eccitare il narcisismo vittimista
Contro l’ora di fragilità. Franco Arminio ha proposto l’istituzione nelle scuole di un’ora di fragilità e purtroppo quando sento la parola “fragilità” la mia mano viene attirata dal martello. La proposta è sulla scia dell’ultimo libro dello scrittore irpino, appunto “La grazia della fragilità”, titolo pieno di astrazioni, compiacimenti e consonantiche cacofonie. Pensare che nella sua bibliografia ci sono titoli bellissimi e concretissimi, innanzitutto “Vento forte fra Lacedonia e Candela”... Contro l’ora di fragilità perché sarebbe molto meglio l’ora di Bibbia (non di religione: di Bibbia).
Vecchio e Nuovo Testamento pullulano di perdenti, di poveri, di malati, di disgraziati, ci sono i libri di Giobbe e delle Lamentazioni, c’è il libro dei Salmi in cui pure si geme molto, e nel Genesi all’uomo viene detto di essere polvere, e nei Vangeli si incontra un Dio talmente debole da lasciarsi frustare e crocifiggere. L’ora di fragilità sembra fatta apposta per eccitare il narcisismo vittimista, già dilagante per conto suo, mentre l’ora di Bibbia farebbe argine all’egocentrismo: rompersi è perfettamente normale, tutti ci sono passati, perfino Cristo. Unico ristoro.