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Preghiera

Il tatuaggio non è mai in sintonia con la Bibbia

Camillo Langone

Una statua tatuata in Santa Maria dei Miracoli, a Roma. Ma le profonazioni corporee sono espressamente proibite: credere in Dio e nei santi, non ai preti

“Mai avrei immaginato di scoprire che il mio linguaggio artistico potesse essere in sintonia con quello biblico” ha detto lo scultore-tatuatore Marco Manzo dopo aver piazzato una statua tatuata in Santa Maria dei Miracoli, Piazza del Popolo, Roma. Faceva bene Manzo a pensare così. E farebbe meglio a continuare a pensarlo: la sua arte non è per nulla in sintonia con la Bibbia. E’ in collisione. Levitico 19,28 proibisce espressamente le profanazioni corporee: “Non vi farete segni di tatuaggio”. Corinzi 3,17, ovvero San Paolo, le proibisce implicitamente. Gli esorcisti sconsigliano i tatuaggi perché potenziali porte di entrata dei demoni. Anziché credere in Dio e nei Santi allo scultore-tatuatore fa comodo credere ai preti che hanno autorizzato la sua marmorea empietà. Come il monsignore di mondo e del mondo Giuseppe Lorizio, capoufficio cultura del Vicariato, capace di affermare: “La Chiesa è amica dell’arte e non ripugna nessuna forma estetica autentica, neppure il tatuaggio”. Mentre Belzebù, il patrono dei tatuatori, sghignazzava.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).