Giorgio Morandi (Wikipedia)

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I divertenti aneddoti di Valerio Zurlini sugli artisti in “Pagine di un diario veneziano”

Camillo Langone

Un libro da cui si capisce che sarebbe stato bello conoscere personalmente Maccari, Fontana, Guttuso, un po' meno Giorgio Morandi. Ma anche lui talvolta era capace di bizzarrie

In “Pagine di un diario veneziano” (Mattioli 1885), il regista Valerio Zurlini scrive ovviamente di cinema ma il cinema mi interessa poco. Per fortuna scrive anche di arte e di artisti. Con critiche illuminanti (su Correggio, Veronese, i metafisici) e aneddoti divertenti. Da questo libro di memorie (veneziane, romane, milanesi, bolognesi, riccionesi…) si capisce che sarebbe stato bello conoscere personalmente Maccari, Fontana, Guttuso e che sarebbe stato meno bello conoscere personalmente Giorgio Morandi. Troppo ascetico. Anche se talvolta capace di bizzarrie: “Fu tentato da amici a riempire secondo il suo estro la schedina del Totocalcio, e vi si prestò di buon grado non avendo mai visto uno stadio. Pronosticava il risultato delle partite a seconda della simpatia o antipatia che provava per la città delle squadre. Dava sempre vincente il Bologna; fra Napoli e Genova optava per un pareggio perché a Napoli si ammazzava troppo ma considerava avari i genovesi. La squadra del Prato la dava sempre e inesorabilmente perdente perché i pratesi hanno fama di gente cattiva…”. (Qui mi sovvengono certi scrittori, storici e pittori residenti a Prato, fra i più umanamente sgradevoli d’Italia: che avesse ragione Morandi?).

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).