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Magari le parole di Vinicio Capossela sui vini naturali fossero solo un cliché

Camillo Langone

“Ho visto le menti migliori della mia generazione perdersi nel nettare dei vini naturali mentre l’estrema destra si prendeva il paese”. A parte che CasaPound non ha vinto le elezioni, è vero che i vini cosiddetti naturali sono prerogativa della cosiddetta sinistra. Purtroppo piacciono anche a me

Si riconosca che Vinicio Capossela ha detto il vero. Intervistato dal Gambero ovviamente Rosso ha dichiarato: “Parafrasando Ginsberg, ho visto le menti migliori della mia generazione perdersi nel nettare dei vini naturali mentre intanto l’estrema destra si prendeva l’elettorato e il paese”. A parte che non mi risultano vittorie di CasaPound e Forza Nuova alle ultime elezioni (ma in effetti ne so poco: non sono andato a votare), a parte che Capossela me lo ricordo cantare “Chimay, Bacardi Jamaican rhum  / White Lady, Beck’s bier, tequila bum bum / Dry gin, Charrington, Four Roses Bourbon” (ma in effetti è passato tanto tempo: c’era ancora la lira!), è vero, i vini cosiddetti naturali sono prerogativa della cosiddetta sinistra. Della sinistra più settaria e ambientalista, volendo sottilizzare. Hanno accusato il cantante di ripetere un cliché. Peccato che i cliché scaturiscano dalla realtà: di regola i vini che piacciono a Capossela si trovano nelle osterie dove l’oste si veste come Capossela, o in cui le clienti si vestono come Elly Schlein (un fulgido esempio: E/N Enoteca Naturale, Sant’Eustorgio, Milano). Magari fosse soltanto un cliché, magari: i vini che piacciono a Capossela purtroppo piacciono anche a me e, insofferente ai compagni di bevute, sono costretto a berli a casa.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).