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Gli incoerenti (per fortuna) produttori di vino naturale

Camillo Langone

Uno di loro elogia la “sfogliatura precoce e tempestiva”. Significa che prendono la povera vite e le strappano parecchie foglie: quale pratica più innaturale di questa? La verità è che molti vini sedicenti naturali sono migliori della dizione “vino naturale”

Fatemi un piacere, prendete la dizione “vino naturale” e buttatela nel lavandino. Perché il vino naturale non esiste: in natura quasi non esiste la vite (la vite come la conosciamo), e figuriamoci il vino. Lo conferma “La concretezza di un sogno. Come fare il vino solo con l’uva” del vignaiolo cosiddetto naturale Angiolino Maule, di quella setta enologica un personaggio influente (c’è pure la prefazione di Carlo Petrini). Tradendo il nome molto cattolico, Maule vi si dichiara ateo. Ma poi esalta un testo dell’agronomo Ruggero Mazzilli, “Viticoltura biologica”, definendolo “la mia Bibbia”. Quindi il vignaiolo vicentino non è un miscredente, uno scettico: semplicemente crede in un diverso libro sacro, in un altro Mosè. I capitoli meno filosofici e più tecnici sono i più interessanti, e i più contraddittori, a un certo punto leggo perfino un elogio della “sfogliatura precoce e tempestiva”. Significa che prendono la povera vite e le strappano parecchie foglie: una pratica più innaturale di questa non mi sovviene, la vite vuole spogliarsi in autunno, lentamente, non in primavera, traumaticamente… Ecco perché molti vini sedicenti naturali sono migliori della dizione “vino naturale”: perché naturali non lo sono affatto, perché i loro produttori diluiscono il fanatismo con l’incoerenza.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).