Lo scrittore pugliese Mario Desiati (foto di Ansa)

Preghiera

Il vincitore dello Strega Mario Desiati non aiuta il Made in Italy

Camillo Langone

In "Spatriati" non ha belle parole per il vino pugliese, eppure il Negroamaro si è fatto conoscere piuttosto bene. La prossima volta i giurati pensino anche al pil, prima di votare 

Mario Desiati ha vinto il Premio Strega: per la letteratura non saprei cosa significhi, per il Made in Italy invece lo so cosa significa, un danno. Alla premiazione lo scrittore pugliese era munito di collarino tipo cane, pochette arcobaleno, mascara come il cantante Damiano (ma con effetto Charlot anziché Maneskin), ventaglio rosa che perfino Giò Stajano, primo trans italiano e leccese, avrebbe giudicato stucchevole, e soprattutto una camicia senza collo capace di gettare nella disperazione i già molto provati produttori di cravatte. Pensare che a Martina Franca, dove ha vissuto prima di inurbarsi, si realizzano tanti capi raffinati…

Di Desiati non ho mai letto nulla per intero, considerandolo l’ennesimo specialista di infelicità meridionali: libri con emigrati, laureati sottoccupati… Di “Spatriati” ho letto giusto una paginetta in cui si alimenta lo stereotipo negativo del vino pugliese (“Vini da offuscamento della ragione”) e dunque oltre che i produttori di cravatte questo premio danneggia i produttori di Negroamaro e Primitivo. Che i giurati dello Strega la prossima volta pensino anche al pil, prima di votare.
 

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).