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preghiera

Invidio San Cutberto, mangiatore di bistecche di delfino

Camillo Langone

Lo racconta Beda il venerabile nella sua agiografia. Io, che un mosciame di delfino come tradizione ligure comanda(va) mai sono riuscito a mangiarlo, lo ringrazio per questo magnifico esempio di onnivorismo cristiano, di antropocentrismo medievale

San Beda il Venerabile, oggi è la tua festa e virgoletto la “Vita Sancti Cuthberti”, agiografia che dedicasti a un santo monaco delle tue disamene parti, l’estremo nord dell’Inghilterra. Cutberto, trovatosi senza cibo nel giorno dell’Epifania, forse con un paio di confratelli ancora più affamati di lui, dice: “La terra è desolata, ricoperta di neve, una tempesta imperversa e il mare è una furia di onde, stiamo morendo di fame e non c’è possibilità di aiuto umano. Allora assaliamo il Cielo con le preghiere, chiedendo a quello stesso Signore che ha aperto il Mar Rosso e ha nutrito il suo popolo nel deserto, di avere pietà di noi. Non ci lascerà andare digiuni proprio oggi. Andiamo avanti e cerchiamo il banchetto: sicuramente provvederà a farci celebrare con gioia la sua festa”. Dio condusse il Santo sulla riva e gli fece trovare tre belle bistecche di delfino, pronte da cuocere (“three cuts of dolphin meat, ready to cook”). Cutberto si inginocchiò per ringraziare e poi ovviamente banchettò. Io, che un mosciame di delfino come tradizione ligure comanda(va) mai sono riuscito a mangiarlo, ti ringrazio, Venerabile Beda, per questo magnifico esempio di onnivorismo cristiano, di antropocentrismo medievale. Dal fondo di un secolo pagano che tutela un delfino più di un bambino nel ventre della madre.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).