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San Giuseppe, questo Primo Maggio proteggimi dalle bandiere

Camillo Langone

Ad Andria, in piazza Municipio, c'è la lapide che ricorda il linciaggio delle sorelle Porro, colpevoli di appartenere a una famiglia di proprietari terrieri. Era il 1946. Un classico caso di "gregarismo mostruoso". E cosa sono le bandiere se non le insegne del gregarismo?

San Giuseppe Lavoratore, proteggimi non dai lavoratori ma dagli sbandieratori… Meditavo l’altro giorno ad Andria, in piazza Municipio, davanti alla lapide che ricorda il linciaggio delle sorelle Porro, colpevoli di appartenere a una famiglia di proprietari terrieri (la famiglia di Nicola Porro per intenderci). Correva l’anno 1946 e non era il 1° Maggio né il 25 Aprile ma un giorno comunque prossimo alle feste comuniste di primavera. Si attendeva il comizio del sindacalista Giuseppe Di Vittorio quando la folla imbandierata (ovviamente di rosso), scatenata da un colpo sparato in aria da qualcuno assalì Palazzo Porro, sfondò il portone, afferrò le quattro attempate sorelle che stavano recitando il rosario e le trascinò per i capelli lungo la strada e nella sede del partito comunista: due sopravvissero malconce e due, Luisa e Carolina, chiamate “signorine” siccome zitelle, morirono per i colpi di bastone e di pugnale. Un classico caso di “gregarismo mostruoso”, per dirla con René Girard. E cosa sono le bandiere se non le insegne del gregarismo? Ecco perché, quale più, quale meno, a me le bandiere preoccupano tutte. San Giuseppe Lavoratore, mi aspetto la salvezza dalla croce, e dalle bandiere guai: proteggimi dalle bandiere.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).