EDITORIALI

Da navigator a prorogator

Redazione

Il governo rinnova i contratti del più grande fallimento delle politiche attive 

Perseverare, dunque. Accanirsi nell’errore  pur essendo scontato l’esito della scelta. Tu quoque, Draghi? Evidentemente sì. Anche col governo Draghi, si rinnova la pratica della proroga dei navigator, quelle mitologiche figure che, sotto la guida di Mimmo Parisi from Mississippi, avevano il compito  di trovare un lavoro ai  percettori del Reddito di cittadinanza e che ora sono quelli a cui la politica deve trovare un lavoro.

 

L’epopea farsesca nacque nell’aprile del 2019, governo Conte: incombevano le europee, si festeggiava l’abolizione della povertà e in tutta fretta si organizzava il “concorsone”: 3 mila navigator assunti con un contratto a termine. E poi? “E poi si vedrà”, rispondeva l’allora ministro del Lavoro Luigi Di Maio. S’è visto, infatti, che due anni dopo, governo rossogiallo, non si è trovato null’altro da fare se non rinnovare di otto mesi il contratto ai circa 2.500 superstiti. C’era la pandemia, si diceva, e dunque se anche l’Anpal, l’Agenzia per le politiche attive, si trasformava in un ammortizzatore sociale per i suoi  dipendenti, andava capito. “E poi le regioni assorbiranno queste professionalità, nel frattempo”, disse il ministro del Lavoro, la grillina Nunzia Catalfo. Stessa convinzione ribadita da Andrea Orlando quando, divenuto lui titolare di quel dicastero, a gennaio 2022, governo Draghi, decise una nuova proroga, di altri quattro mesi.

 

A chi contestò la bontà dell’operazione, Orlando rispose denunciando – e non è uno scherzo – una campagna d’odio sociale alimentata dalla stampa borghese. Colpevole, pare, di segnalare la mancanza di qualsiasi prospettiva di occupazione. Quattro mesi per cosa? Per nulla. E infatti ora, arrivata la quarta scadenza  del contratto a termine, il governo non trova nulla di meglio che  una nuova proroga: altri quattro mesi, a partire dal Primo maggio (Festa del lavoro), col solito obiettivo di convincere le regioni ad assumerli nell’opera di riorganizzazione dei centri per l’impiego regionali. Si accettano scommesse su come andrà a finire.