Protesta No vax a Torino, 2020 (Ansa) 

preghiera

Sono anticovidista, ma non datemi dell'antivaccinista

Camillo Langone

Mi innervosisco quando mi chiedono se farò il vaccino. Parlare di salute è volgare e non accetto il collegamento di chi pensa che sia No vax perché sono contrario a mascherine e coprifuoco

Che riesca a essere un po’ meno iroso. Mi innervosisco molto allorquando (succede sempre più spesso) mi si chiede se farò il vaccino. Trovo insopportabile e volgare il parlare di salute così come di soldi, di sport, di cosiddetto sesso, di politica. Figuriamoci di vaccini. Strafiguriamoci il parlare, inevitabilmente a vanvera, di Astra e Pfizer, quale è meglio e quale è peggio… Solo per il fatto che fin dal marzo 2020 sono un anticovidista e dunque contrario a chiusure, mascherine, coprifuoco (meno contrario, da misantropo, al distanziamento) vengo considerato un potenziale antivaccinista.

E invece no, non lo sono, e non accetto il collegamento. Sono anticovidista perché non temo la perdita della salute più della perdita della libertà. Non sono antivaccinista perché non temo le rare reazioni avverse più degli abbondanti benefici dell’immunizzazione. Chi ipotizza che io possa rifiutare la vaccinazione mi ipotizza stolto o incapace a far di conto. Per questo mi incollerisco. Ma se Gesù mi esorta ad amare perfino i nemici cercherò di odiare un po’ meno questi detrattori (amarli, purtroppo, è superiore alle mie modestissime capacità).

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).