preghiera
Pinocchio lo si legga in versione originale
Esistono due stesure del testo di Carlo Collodi: la prima è tenebrosa e senza lieto fine, altissima lezione di diffidenza. Di gran lunga la migliore
Si legga e si faccia leggere “Pinocchio”. Si scelga la prima versione, quella senza lieto fine, così non sarà una rilettura ma una lettura pressoché nuova siccome tutti conoscono la formidabile favola nella versione ampliata ed edulcorata. Dunque si legga il “Pinocchio” pubblicato da Il Palindromo, illustrato con matita dark da Simone Stuto.
L’ho scoperto per caso, ignoravo la sua esistenza, le librerie rigurgitano di edizioni con copertine bambinesche... Mentre questo è un testo tenebroso, spaventoso che finisce con Pinocchio morto impiccato dopo più di tre ore di agonia. Tutto si svolge, come scrive Salvatore Ferlita nella postfazione, in “un piccolo universo dominato dal male e dalla falsità”. I lettori del 1881 non poterono sopportarlo e imposero a Collodi di resuscitare il burattino ed escogitare altre avventure fino allo stucchevole finale con la trasformazione in “ragazzino per bene”.
Molto più utile la stesura originale che mostra più chiaramente la triste sorte dei creduloni. “Pinocchio” è altissima lezione di diffidenza, il libro più necessario nell’eterno Paese dei Barbagianni chiamato Italia.