Massimo Cacciari al Salone Internazionale del Libro di Torino - Foto LaPresse/Andrea Alfano

Cacciari, filosofo da 50 cent

Camillo Langone

L'ex sindaco di Venezia ha dato del cretino a tutti quelli che non portano la mascherina, ignorando secoli di pensiero filosofico

Massimo Cacciari mi ha dato del cretino (non solo a me: a tutti quelli che come me non portano la mascherina). A parte che Cacciari non ha titoli per dare del cretino a nessuno, essendo responsabile del ponte più cretino del mondo ossia del ponte di Calatrava, con tale affermazione si è dimesso da filosofo. Ammettiamo che alcune tipologie di mascherine, se usate con la competenza e l’attenzione di un medico dello Spallanzani, possano ridurre il rischio di contagio. E che contagiarsi aumenti le possibilità di morire. Embè? La morte, per un filosofo, non è nulla. Non era nulla per Parmenide, non era nulla per Epicuro, non era nulla per Seneca. Secondo Spinoza l’uomo libero, ossia il filosofo, “a nessuna cosa pensa meno che alla morte”. Secondo Tocqueville chi dimostra di temere la morte si consegna allo Stato che promette di salvarlo dalla morte. Per Marco Aurelio la morte non era né un bene né un male. Per Leopardi era senz’altro un bene perché libera l’uomo da tutti i mali, soprattutto dalla vecchiezza, “male sommo”. Per Simone Weil era l’unico bene da desiderarsi. La si smetta pertanto di considerare Cacciari un filosofo, o al massimo lo si consideri un filosofo da 50 centesimi: il prezzo di una mascherina.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).