Non si arresta la mobilitazione dei gilet gialli in Francia (foto LaPresse)

Prego perché i gilet gialli continuino a manifestare

Camillo Langone

Per Capodanno ne trarrebbero beneficio le città italiane, dove si riverserebbero i turisti in fuga dalla Ville Lumière

Che Macron non sia riuscito a convincere i francesi a riporre il gilet giallo in bagagliaio. Non lo dico per impicciarmi di politica francese ma perché mi stanno a cuore le città italiane. Mentre in Francia si pensa alla rivoluzione, in Italia si pensa alle vacanze. L’Italia profonda, l’Italia borghese e provinciale, l’Italia che conosco come le mie tasche anche quest’anno come tutti gli anni sta organizzando o sta sognando il Capodanno nella Ville Lumière. Affinché gli italiani indirizzino attenzioni e prenotazioni verso le proprie città d’arte è dunque bene che Parigi continui a mostrare la sua pericolosità: manifestanti violenti e polizia di mano pesante che si aggiungono al solito incombere coranico (uno storico mio amico mi ha appena raccontato che per le sue ricerche è costretto a frequentare il Centro archivi diplomatici di La Courneuve, periferia islamizzata, e che pur essendo grande e grosso e perfino barbuto sta bene attento a lasciare la zona entro le cinque). Che Macron non sia riuscito a convincere i gilet gialli e che gli italiani scelgano per le loro piccole vacanze piccole città monoetniche e placide quali Ascoli Piceno, Senigallia, Santarcangelo di Romagna, Trani, Lecce, Trento, Bassano del Grappa…

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).