Lino Ventura

Rinasca un Lino Ventura, uomo e attore ammirevole

Camillo Langone

Rifiutò di lavorare con Spielberg in “Incontri ravvicinati del terzo tipo” perché non credeva negli extraterrestri. Rifiutava di baciare le attrici anche se il copione lo richiedeva

Rinasca un Lino Ventura. L’attore protagonista di “Asfalto che scotta”, “Cadaveri eccellenti”, “Cento giorni a Palermo”, era un uomo tutto d’un pezzo. Era nato a Parma in borgo Paggeria, ovvero 700 metri da dove scrivo e 50 metri dalla bottega dove compro abitualmente il formaggio, ma della sua vita extraschermo non sapevo nulla, la scopro oggi grazie ad “Ascesa e caduta di una stella” di Roberto Coaloa (La Lepre edizioni). Ventura rifiutava il trucco: un maschio non si fa imbellettare. Rifiutò un film con Jack Nicholson dopo che l’americano, durante un pranzo, ebbe la pessima idea di offrirgli della cocaina. Rifiutò la parte di un uomo che si innamora di una prostituta. Rifiutò di lavorare con Spielberg in “Incontri ravvicinati del terzo tipo” perché non credeva negli extraterrestri. Rifiutava di baciare le attrici anche se il copione lo richiedeva (e si poteva trattare di Brigitte Bardot come di Mireille Darc), per rispetto nei confronti della moglie e dei figli. Rinasca un Lino Ventura, ossia un attore che sia innanzitutto un uomo ammirevole.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).