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Chi dimentica i morti verrà dimenticato dai morti

Camillo Langone

Noi cattolici siamo coloro che non accettano la non esistenza dei defunti. Semplicemente, sono da qualche altra parte

Magnifica l’ossessione di Pupi Avati: “Non dimenticare i morti, non essere dimenticato”. Al Corriere ha raccontato una storia degna della “Camera verde” di Truffaut: “A casa dei miei c’erano 25 foto in cornicette dorate, una sorta di albero genealogico. Le ho portate da me, via via ho aggiunto foto di altri morti, amici, parenti… Adesso sono 150 fissati alla parete. Ogni sera prima di dormire vado a salutarli. Leggo i loro nomi a uno a uno per farli esistere ancora”. Noi cattolici, noi religiosi, siamo precisamente coloro che non accettano la non esistenza dei morti. Semplicemente i morti sono da qualche altra parte e oggi o domani andando al cimitero li saluteremo. Chi dimentica i morti sappia che verrà dimenticato dai morti (sta accadendo, ci sono intere epoche, intere civiltà che, stufe di non essere ricordate, stanno per riprendersi indietro le eredità che ci lasciarono).

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).