Il Ponte del Salinello. Foto Wikimedia

Preghiera per la mia incolumità viadottistica

Camillo Langone

Come fanno le persone che non pregano? Non pensano agli innumerevoli pericoli che incombono sui nostri fragili corpi?

Come fanno le persone che non pregano? Non pensano agli innumerevoli pericoli che incombono sui nostri fragili corpi? Oltre che per i millanta soliti motivi, dopo il crollo di Genova prego per la mia incolumità viadottistica, prima di ogni viadotto il cui aspetto mi faccia temere un progettista dominato dalla hybris. Il viadotto di Tortoreto (ufficialmente Ponte del Salinello) non mi è mai piaciuto, sebbene non sia il più alto ponte italiano: è comunque il più alto ponte d’Abruzzo e dei miei abituali andirivieni adriatici. Troppo alto, troppo lungo, dai piloni troppo sottili, pensando anche al rischio sismico. Per giunta l’ingresso è in curva e non è nemmeno pianeggiante (a seconda della direzione di marcia risulta in salita o in discesa). Non per nulla un sito anglofono lo definisce “another monstrous Italian viaduct”. L’altro giorno i giunti di dilatazione mi hanno fatto ballare più del solito e per la prima volta ho fatto caso alla rete antisuicidio. Ogni dettaglio contribuisce all’incubo. Com’è possibile non invocare la Madonna prima di un viadotto simile? Non capisco.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).