Foto di Irene via Wikimedia Commons

Allattare in pubblico non è un diritto, è un dovere

Camillo Langone

Quelli che propongono spazi speciali per l'allattamento continuano a fare lo stesso errore di chi considera la poppata qualcosa da nascondere 

Si parli dei doveri, non dei diritti. L’università di Parma si scusa per la guardia giurata che ha cacciato una donna colpevole di allattare negli ambienti dell’ateneo e lo fa con un comunicato automaticamente, pappagallescamente centrato sui “diritti umani e sociali”. Cosa c’entrano i diritti? La maternità è intessuta piuttosto di doveri: i doveri della madre nei confronti del figlio, del padre nei confronti della madre, delle famiglie di origine nei confronti dei nuovi genitori... Terrorizzati dal danno d’immagine i burocrati universitari si affrettano a mostrarsi zelanti, promettendo spazi speciali per l’allattamento. Senza nemmeno accorgersi che continuano a fare lo stesso errore, a considerare la poppata qualcosa da nascondere. Devono essere tutte quelle lauree, proprio non ce la fanno a capire che l’allattamento è bello e che fa bene non soltanto al pupo ma pure a chi si trova nei dintorni. Il grande statistico Roberto Volpi segnala “che due figli rappresentano il numero minimo del nostro dovere riproduttivo”. Una donna che allatta ci rammenta il dovere, logico che rappresenti un problema per chi non concepisce altro che diritti.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).