LaPresse/Vincenzo Livieri

A Emma Bonino zia d'Italia avremmo preferito uno zio d'America

Camillo Langone

Invece di portare ricchezza, la zia di Bra ci ha impoverito. Divorzio e aborto hanno contribuito al crollo demografico che ha moltiplicato la spesa pensionistica e sanitaria e dunque le tasse

Gli amici si scelgono, i parenti si subiscono. Noi italiani oltre ai parenti di sangue dobbiamo sopportare zia Emma, quell’Emma Bonino che si è autodefinita “zia d’Italia”. Tutti avremmo voluto uno zio d’America, colui che finalmente ci avrebbe arricchito. E invece ci tocca la zia di Bra, che ci ha impoverito (patrona del divorzio e dell’aborto è corresponsabile del crollo demografico che ha moltiplicato la spesa pensionistica e sanitaria e dunque le tasse). Non paga, adesso vuole appropriarsi di un titolo che non le spetta. Un’ipotesi etimologica fa derivare “zia” dalla radice sanscrita che significa “allattare”. Difficile immaginare Emma Bonino dare il latte a un bimbo, più facile immaginarla mentre gli dà la morte, anche perché rispunta ovunque la foto anni Settanta in cui introduce una pompa di bicicletta nel ventre di una donna incinta. Alla creatura che quel giorno finì nei rifiuti non venne concesso il tempo di dire né zia né mamma. Un capezzolo non lo succhiò mai. Emma Bonino la prossima volta si autodefinisca onestamente, lasci in pace il latte, le tette, i parenti e utilizzi una qualsivoglia parola il cui etimo racchiuda il significato di “uccidere”: una vecchia militante del partito radicale, avanguardia dell’estinzione, non avrà difficoltà a trovarla.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).