Allergici e intolleranti, a casa

Camillo Langone

Che mangino a casa, gli allergici e gli intolleranti. Non zavorrino la ristorazione con le loro pretese.

    Che mangino a casa, gli allergici e gli intolleranti. Non zavorrino la ristorazione con le loro pretese. Non gettino addosso a cuochi e gestori altro piombo burocratico, altri controlli, altre multe, altri costi. Dal 13 dicembre per colpa di questa minoranza egoriferita tutti i ristoranti (e pure bar, gelaterie, gastronomie…) saranno costretti a segnalare tutti gli ingredienti allergenici, circa un miliardo: uova, pesce, molluschi, crostacei, glutine ossia farina, lattosio ossia latte ricotta mozzarella formaggio, noci, mandorle, nocciole, sedano… Sedano? Sedano. Dicono che in Italia gli allergici siano otto milioni e gli intolleranti dodici milioni: venti milioni di gastrominorati, non è possibile e non è vero. Se fosse vero sarebbe la fine, per la cucina italiana e per me che sono allergico agli allergici e quando un commensale comincia a menarla con le intolleranze alimentari la mano mi corre al revolver, la parte della principessa del pisello valla a recitare da un’altra parte. Saranno al massimo duecentomila, mi dispiace per loro ma non è colpa mia. Mangino a casa o in appositi ristoranti per allergici, qualora liberamente sorgano per soddisfare le esigenze di questo nuovo mercato. Smettano di tenere in ostaggio la ristorazione per piegarla al loro regime alimentare di malati. In cambio faccio una promessa: se le prossime analisi mi diranno che ho pochi globuli rossi non pretenderò una legge che imponga ai ristoranti vegetariani di tenere in carta bistecche di cavallo per gli anemici.

    • Camillo Langone
    • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).