L'editoriale dell'elefantino
Sua Eccellenza Hannoun e lo stato emozionale pacifista
Le zone grigie sono sempre esistite in tutti i conflitti più crudeli. Poi però arrivano i fatti che contano: con l’inchiesta di Genova, qualcosa in più dovrebbe entrare nelle testoline dei dimostranti. E cancellate a sinistra il grigio della complicità in buona fede
Ai cretini di ieri oggi e domani, travestiti da sinistra istituzionale e parlamentare, che hanno trafficato legalmente e benevolmente con chi si prendeva i fondi umanitari, raccolti con la buona fede compassionevole di molti, e li consegnava a chi avrebbe saputo farne strumenti di morte e pogrom antigiudaico, francamente c’è poco da dire. Che conversazione civile ci può mai essere con quelli che sfruttano le emozioni primarie, scambiano i ruoli tra carnefici e vittime, gridano al genocidio e cercano di mettere su un po’ di peso con la propaganda pacifista? Matteo Renzi, non di quella schiatta, ha detto che, salve le garanzie giudiziarie, e salviamole anche noi, via, non costa nulla e fa figura (oltre tutto i pm si sono già scusati per aver dovuto procedere contro un totem dell’ideologia dell’appeasement, il presidente Sua Eccellenza dei Palestinesi in Italia), il contrabbando di credulità degli enti benefici del jihad dell’architetto Mohammad Hannoun e soci è “gravissimo e assurdo”.
Perché assurdo? Si sapeva più o meno tutto. Israele aveva messo fuorilegge quel braccio finanziario e politico di Hamas in Italia dal 1982, bisognava essere gattini ciechi per non accorgersi che anche qui operava quella organizzazione paraterroristica di zona grigia che a Gaza e nei territori, sotto lo scudo dell’Onu e dell’Unrwa e di altre Ong, prospera da decenni. Armi al terrore, uno scambio contiguo e parallelo al blocco delle armi per Israele dei miei amici portuali di Genova. Ma nessuno deve scusarsi di alcunché, ci mancherebbe. Capire è più difficile, ma più utile. Centinaia di migliaia di persone, giustamente colpite dalle immagini di una guerra spietata di autodifesa di un paese assediato dalla guerra sterminatrice da quando è nato, hanno sfilato all’appello di Sua Eccellenza Mohammad per le strade e le piazze d’Italia, in connessione con un movimento mondiale di solidarietà ai palestinesi e di ostilità agli israeliani. La differenza tra autodifesa e volontà di annientamento non l’hanno compresa. Della connessione tra pace e giustizia non si sono dati pensiero. L’odio antiebraico era per le avanguardie combattenti e per chi convocava e organizzava, non per la grande maggioranza dei presenti. Ora però, con l’inchiesta di Genova, qualcosa in più dovrebbe entrare nelle testoline dei dimostranti, salvaguardando il loro diritto al cuore, se non anche al suo monopolio, il monopolio del cuore, come diceva Giscard a Mitterrand tanti anni fa. Questo è interessante. Le zone grigie sono sempre esistite in tutti i conflitti più crudeli. Poi arrivano i fatti, i fatti che contano. E se si scopre che coloro che sollecitavano il tuo stato emozionale, creavano i miti neri di un’Israele bellicista e criminale, spargevano e spacciavano come una droga l’ideologia del genocidio, erano gli stessi capaci di depistare i fondi per la pace a un’armata di guerra nichilista, fanatica, il cui scopo è lo stesso cantato dalle folle, “dal fiume al mare” ovvero piazza pulita degli ebrei e della loro nazione stato popolo, si spera che qualcosa cambi. Mettete dei fiori nei vostri cannoni pacifisti, e cancellate il grigio della complicità in buona fede.