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il colloquio
Valdegamberi (Lega): “L'ucrainizzazione dell'Italia di cui parla il Cremlino? Vero, lo pensa anche Zaia”
Il consigliere regionale veneto, record di preferenze nel veronese: "L'invasore è Zelensky ed è l'Unione europea a essere guerrafondaia. Non solo Salvini, anche l'ex presidente del Veneto la pensa così ma non lo dice"
Maria Zacharova, portavoce del ministro degli Esteri del Cremlino, in confronto è una colomba. “L’ambasciata russa a Roma dice che è in atto l’ucrainizzazione dell’Italia? È vero. Anzi: sta accadendo nel mondo intero”, dice Stefano Valdegamberi, consigliere regionale veneto appena rieletto con la Lega. “Kyiv e l’Europa guerrafondaia stanno cambiando i confini, la storia, la geografia”. Putin, invece? “Sta cercando di ripristinarli. In Donbas e in Crimea si sentono russi: l’invasore è Zelensky, andate a chiederlo alla gente. Io ci sono stato”. E gli ucraini ci vivono. “Ma è un Paese spaccato in due, con un passato molto diverso al suo interno. Il piano di pace proposto da Trump era un buon punto di partenza, Bruxelles l’ha mandato all’aria perché guadagna dall’industria delle armi. Lo sostengono tanti storici di rilievo, come Barbero e Cardini”. Questo purtroppo è vero. “E in politica non solo Salvini, Vannacci, Di Battista. Rizzo o il M5s. Anche Zaia, in privato, mi ha detto di pensarla come me”. Prego? “È così. Solo che non può dichiararlo, e come lui tanti altri: leghisti, meloniani, parte della sinistra. Sapete quanti politici mi dicono questo?”. A questo punto, forse no.
Valdegamberi è un fiume in piena, forte della sua quinta elezione in Consiglio “soltanto grazie al mio consenso personale” – e questo, da candidato indipendente e dissidente, finito in quota Carroccio per la mole di preferenze che porta in dote, è un fatto: 8.268, nel veronese. “E sarebbero state anche un migliaio in più: tante schede sono state annullate perché c’era scritto ‘Zaia-Valdegamberi’ o ‘Vannacci-Valdegamberi’, visto che avevo fatto campagna elettorale col generale”. Insomma poco ci manca che lo chiamassero ‘Vladegamberi’ anche alle urne, oltre che informalmente sul territorio. A lui non dispiace: sorride. “Bisogna ripartire dalla storia. L’Italia ha sempre avuto profondi rapporti con la Russia: anche al sud, sin dai tempi del Regno delle due Sicilie”, il commento a partire dall’attualità, con il putiferio scoppiato alla Federico II tra l’Anpi e gli attivisti pro-Ucraina. “Furono i russi a liberare Odessa dai turchi, non gli ucraini. E fu rifondata da Caterina la grande insieme ai napoletani: ‘O sole mio’ fu composta lì. Mentre il cugino di Garibaldi visse in Crimea e vi aprì un pastificio. Anche allora l’aggressività politica dell’occidente portò alla guerra, per togliere vantaggio competitivo alla Russia”. Se è per questo, anche i romani fondarono Londra: dovremmo forse bombardare il Big Ben? “La Crimea è sempre rimasta sovietica fino al ‘54, quando fu consegnata all’Ucraina per una bravata di Kruscev. Un ubriacone. E al contrario, una parte dell’Ucraina è stata assorbita dalla Polonia: dovremmo allora liberare Lublino dai polacchi? I confini sono cambiati”. Appunto. La storia va avanti. E nel mezzo c’è stato anche l’Holodomor, il massacro dei kulaki. “Ma quale massacro, ma quale popolo ucraino. Il Donbas, la Crimea e il sud non sono mai stati di Kyiv”.
Così ora rischia anche Odessa: non è che spostando la linea del fronte – e degli accordi di pace disegnati da Trump – si sposterebbero pure le ambizioni di Putin? “La colpa della guerra è dell’Unione europea”, insiste Valdegamberi. “E degli Stati Uniti, prima che cambiassero posizione. A chi parla di pace giusta chiedo: c’è mai stata una pace giusta, nella storia? È un termine inventato da Bruxelles. Con l’avvento di Trump ora intravedo qualche spiraglio, l’esitazione di Meloni sull’invio di truppe e armi a Kyiv si deve anche a questo. Bisogna raggiungere un compromesso: gli europei volenterosi lo stanno impedendo. O si cambia rotta, o arriverà l’escalation atomica. Rendiamoci conto: siamo patetici, non più credibili, l’occidente ha perso la patente di moralità. Far valere il diritto internazionale a giorni alterni non va bene: dov’eravamo in Iraq, a Belgrado, in Libia? All’epoca ci spinse alla guerra Napolitano, oggi lo fa Mattarella. Con tutto il rispetto per le istituzioni”. Di quale paese?