L'intervista

Tajani: "la Russia non ci dividerà con la sua propaganda. Trump che nega i visti? Bisogna dialogare"

Carmelo Caruso

Parla il ministro degli Esteri: "Stiamo con Kyiv, la Russia si rassegni. La Ue? Serve un elettrochoc. Trump e la Groenlandia? E' roboante ma poi... Calenda lo vedo alleato. I capigruppdi FI leali con la famiglia. Questa è la manovra di Fi"

Roma. “Io non sono un carrierista. Ho scelto Forza Italia, ho avuto la fortuna di seguire Berlusconi. Io difendo la libertà, l’Ucraina e il suo diritto a resistere”. Parla Antonio Tajani, il ministro degli Esteri, il segretario di Forza Italia con il “passo dell’alpino”. Ministro, cosa risponde alla Russia, alla propaganda che definisce l’Italia un paese “ucrainizzato”? “Che non passerà mai la regola che un paese più grande possa aggredire uno più piccolo.  Tutti i paesi aggressori se ne devono fare una ragione. All’Ucraina forniremo aiuto e sarà un aiuto militare, politico e civile. La Russia vuole dividere il fronte occidentale  anche con queste frasi, ma non ci riuscirà. E’ molto semplice. L’Ucraina ha ragione. C’è un paese invaso e un invasore. Nessuno vuole che la guerra continui, ma il principio della prevaricazione non può passare e non passerà”. Su Trump,  i visti negati, dice: “L’Europa ha bisogno di un elettrochoc. Il braccio di ferro con Trump non serve”. Il Trump che rilancia sulla Groenlandia? Risponde Tajani: “Fa dichiarazioni roboanti ma poi bisogna capire qual è il suo obiettivo vero. Pensiamo ai dazi. Grazie al lavoro del commissario Šefcovic, e all’abilità di Meloni, si è trovata una soluzione. Sui giganti del web, Italia e America hanno posizioni differenti ma io non rinuncio al dialogo. Io non spacco l’asse euro atlantico. Guai a dividerci, guai”. Annuncia: “Il prossimo decreto armi non sarà un decreto guerrafondaio né pacifista. Sarà solo un decreto giusto”. 


Parla di Forza Italia,  manovra, legge elettorale, Calenda,  Occhiuto e si racconta: “Io ho il passo dell’alpino”. Tajani, lei davvero crede alla pace di Putin? Cosa ne pensa di chi ripete, il suo alleato,  Salvini, che Putin e Zelensky pari sono? “Per cominciare – dice Tajani – ripristiniamo un po’ di verità. La Russia non sta vincendo la guerra, l’Ucraina non è stata sconfitta in tre giorni. Siamo di fronte a una tecnica. Esiste la disinformazione russa, esiste anche molto di peggio. La guerra ibrida. Ricordo ancora la prima volta che Zelensky atterrò a Ciampino. In quell’occasione venne attaccato il sito web della Farnesina. Ecco perché abbiamo previsto una direzione ad hoc, qui al ministero degli Esteri, che si occupa solo di sicurezza”. Gli rivolgiamo la solita critica. Perché il governo non usa parole ancora più forti contro  Trump, che nega i visti a Breton? Perché è tiepido con Trump che sogna di prendersi la Groenlandia? Tajani replica: “Faccio parte di un governo europeista. Se così non fosse non ci sarebbe Forza Italia in questo governo. Basti pensare alla posizione di Meloni sui frozen asset. Non siamo tiepidi ma crediamo nel dialogo, nell’asse Europa-America”. Gli ricordiamo che il governo Meloni era tra i paesi contrari sui frozen asset, ma Tajani ribatte che “l’Italia ha solo manifestato dubbi in punta di diritto e alla fine si è trovato l’intesa sugli eurobond. Non potevamo commettere un errore. Siamo rimasti fedeli ai nostri valori e nello stesso tempo a fianco di Kyiv”. Lo sollecitiamo, ancora, su Trump, sui suoi orizzonti di gloria, e Tajani si rifà al suo maestro, Berlusconi: “Resto della sua idea. L’Europa è il secondo pilastro dell’alleanza atlantica ma è un’Europa che ha bisogno  di superare il voto all’unanimità. L’idea che abbiamo in mente è quella federalista, di Einaudi. Trump ci stimola a cambiare”.

 

Ministro, ha fatto gli auguri a Salvini? “Ce li siamo fatti in chat, la chat dei ministri”. Che impressione le fa vedere il ministro dell’Economia, Giorgetti, accerchiato dal suo stesso partito? “Non mi preoccupano i battibecchi. Penso invece al buono che ha ottenuto Forza Italia: 6 miliardi per le imprese, gli aiuti al ceto medio, grazie al taglio dell’Irpef, e poi l’iperammortamento, i fondi per la sanità E’ stata finanziata Transizione 5.0. Sui dividendi è stata modificata la norma iniziale. Abbiamo ascoltato le banche e le assicurazioni. Io stesso ho tenuto riunioni nel mio ufficio con gli istituti di credito, con Giorgetti e il vice, Leo. Siamo arrivati a un contributo che non è un’imposizione alle banche ma solo frutto del dialogo. E poi abbiamo bloccato sugar e plastic tax”. Tajani, l’europeista,  come fa a stare con la Lega di Borghi? “La domanda è un’altra. Come fa la sinistra a essere credibile? Abbiamo posizioni diverse ma nel centrodestra abbiamo fatto sempre sintesi e i rapporti personali sono ottimi. A sinistra sono divisi, parlano solo alla sinistra della sinistra e hanno dimenticato il centro”. Che rapporti ha con Occhiuto? E’ pronto alla sfida con lui? Dice Tajani: “Occhiuto è uno dei vicesegretari di FI e apprezzo il contributo di idee che sta portando insieme a quelli di Benigni, Cirio e Bergamini.  Sono stato io ad aprire ai congressi. Siamo arrivati a 250 mila iscritti, veri. In FI siamo tutti coautori e corresponsabili del nostro destino. Siamo quel partito che ha sempre voluto Berlusconi: cristiano-liberale, garantista, europeista, atlantista, quelli di manifesto di Telese”. E’ vero che sarà costretto a cambiare i capigruppo, Barelli e Gasparri, per accontentare la famiglia Berlusconi? A questa domanda Tajani risponde precisando: “I capigruppo vengono eletti e Barelli è stato voluto da Berlusconi. Entrambi sono sempre stati leali a Berlusconi, alla famiglia, e non hanno mai abbandonato il partito. Ci sono sempre stati, nei momenti belli e nei difficili. Insieme a Maurizio Casasco, il responsabile economico di FI, i senatori Damiani e Lotito, sono i protagonisti di una manovra che ci ha premiato”. Le piacerebbe avere Calenda come alleato? “Abbiamo tanti punti in contatto. A Torino e Milano possiamo trovare un accordo. Noi non annettiamo ma troviamo convergenze”. Ritiene che Salvini possa tornare al Viminale, in un Meloni II? “Prima dobbiamo vincere le elezioni. Di certo non ho pregiudizi contro nessuno”. Quale legge elettorale desidera? “Proporzionale con premio di coalizione e sbarramento al 3 per cento”. Caro Tajani, come si fa a vivere alla Tajani: segretario di due figli (Marina e Pier Silvio)? “Ero un giornalista Rai e mi sono dimesso per lavorare con Montanelli, ero giornalista di Montanelli e ho avuto la fortuna di seguire Berlusconi. Ho sempre lasciato il mio posto e non ha mai avuto il problema di posto. Sono un uomo navigato, sereno e soprattutto libero”. Tajani, l’alpino.
 

Di più su questi argomenti:
  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio