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La polemica
Scontro Veneziani-Giuli: "C'è solo Meloni, gli altri comparse". Il ministro: "Animo ricolmo di rimpianto"
In un articolo su La Verità, il giornalista attacca il governo e il titolare della Cultura: "Non saprei indicare qualcosa di rilevante che segni una svolta o che dica al paese: da qui è passata la destra". Giuli: "Su di noi bile nera. Si rassereni: quando il nemichettismo espugnerà Palazzo Chigi, sarà premiato honoris causa"
"Tutto è rimasto come prima, nel bene, nel male, nella mediocrità generale e particolare", attacca Veneziani. "Consentitemi di esprimere una dose omeopatica di contravveleno nei confronti di chi, da sinistra e da una sempre più presunta destra, ha deciso di arruolarsi nel fronte del nemichettismo pur di negare la forza dei fatti e dei numeri", replica Giuli. E' questo il livello dello scontro tra Marcello Veneziani, giornalista e scrittore, e il ministro della Cultura Alessandro Giuli in cui trapelano rancori e accuse di tradimenti. Tutto è iniziato con un articolo apparso domenica 21 dicembre sul quotidiano diretto da Maurizio Belpietro La Verità, a firma appunto di Veneziani, in cui il giornalista rimprovera al governo di Giorgia Meloni di non aver fatto abbastanza, anzi "nulla di significativo e di sostanziale è cambiato nella vita di ogni giorno, negli assetti del paese, nella politica estera. Non saprei indicare qualcosa di rilevante che segni una svolta o che dica al paese: da qui è passata la destra - sovranista, nazionale, sociale, patriottica, popolare, conservatrice o che volete voi - e ha lasciato un segno inconfondibile del suo governo". E riserva un passaggio anche al ministro Giuli: "Sul piano delle idee, della cultura e degli orientamenti pubblici e perfino televisivi, eccetto l'inchino al governo tutto è rimasto come prima" e in Rai ci sono "ancora Vespa, Benigni e Sanremo".
Insomma, un vero attacco a tutto il governo, tranne che alla presidente del Consiglio: "C’è lei, solo lei, il resto è contorno e comparse". La premier, secondo Veneziani, infatti "ha governato con abilità, astuzia, prudenza e con una mimica verace e una verve passionale che suscitano simpatia". Giuli affida alla penna la sua risposta, in punta di fioretto e con il suo solito stile alto, letta duranta un convegno alla Camera: "A tale riguardo, una dose di vaccino anti nemichettista la inoculiamo volentieri nella pelle esausta del vecchio amico Marcello Veneziani". Sì perché lo scontro è tutto interno alla destra, tra amicizie infrante e vecchi rancori. Ed è proprio Giuli a tirare in ballo una questione legata alla sua nomina a ministro, avvenuta dopo le dimissioni di Gennaro Sangiuliano in seguito all'affaire Boccia. Il ministro della Cultura ricorda che Veneziani "dopo aver confidato a suo tempo che aveva rifiutato l'onore di diventare ministro della Cultura del governo Meloni, oggi sversa su di noi la bile nera di cui trabocca evidentemente il suo animo ricolmo di cieco rimpianto". E rammenta al suo (ex) amico che, anche se ora critica il sistema della Rai, a suo tempo anche lui ha avuto un posto a Viale Mazzini: "Si rassereni: nello sciagurato giorno in cui il nemichettismo dovesse espugnare Palazzo Chigi, il nostro ex consigliere Rai in quota An (per tacer d'altro) sarà senz'altro premiato honoris causa".
Sono tre le accuse che Giuli fa a Veneziani: quella di parlare male del governo solo perché non è stato scelto come successore di Sangiuliano, quella di dimenticare che lui non è super partes, ma anche lui ha avuto un ruolo in Rai e quella di essere pronto a tradire la sua storia di destra e di allearsi con gli avversari del governo alle prossime elezioni politiche. Sempre dalle pagine di La Verità, ecco la controreplica del giornalista Mario Giordano che definisce quello del ministro un "volgare attacco" e scrive che di fronte all'analisi di Veneziani si può essere d'accordo o no, "ma se si è ministri di un governo che ogni giorno si dichiara a favore del libero confronto e del rispetto dell'opinione altrui, una sola cosa si deve fare: ringraziare per il contributo critico e impegnarsi a fare meglio".