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Editoriali
Schivata la cittadinanza, Firenze punta a un convegno in onore di Francesca Albanese
Il Consiglio comunale ha votato una risoluzione per fare un'iniziativa "istituzionale pubblica di conoscenza del report che mette in luce le diverse responsabilità nei crimini verso Gaza e la Cisgiordania”. Ma questo dimostra che la deriva ideologica proPal nella politica fiorentina è ancora molto forte
Mentre a Bologna il sindaco Lepore, anziché provare a rimuovere il macigno etico della cittadinanza onoraria concessa a Francesca Albanese, riempie Piazza Maggiore con gli imbarazzanti “megaliti” dell’artista Nimrod Weis, la sua collega fiorentina Sara Funaro è riuscita, per il rotto della cuffia, a evitare l’onta della cittadinanza alla special rapporteur dell’Onu. Ma l’aria che tira nella città del Giglio non è risanata. Il Consiglio comunale ha infatti votato una risoluzione – del gruppo Sinistra progetto comune – per ospitare un convegno in onore di Francesca Albanese.
La risoluzione esprime “interesse per il report pubblicato nell’estate del 2025, ‘Dall’economia dell’occupazione all’economia del genocidio’” e invita il presidente del Consiglio comunale a organizzare “quanto prima un’iniziativa istituzionale pubblica di conoscenza del report succitato che mette in luce le diverse responsabilità nei crimini verso Gaza e la Cisgiordania”. Dei crimini del 7 ottobre nessuna traccia. Un “evento futuro” appare ovviamente meno indigesto e inopportuno che non la concessione e della cittadinanza, ed è frutto di uno stiracchiato compromesso. I proponenti volevano scrivere che Albanese è una “avvocata”, ma si sono limitati al più generico “è una giurista”; volevano scrivere che “diverse petizioni volevano candidarla al Nobel”, ma il passaggio è stato cassato. Viene ricordata, una risoluzione del Consiglio “Contro lo stupro e la violenza sessuale come strumenti di guerra, anche in Palestina”. “Anche”. Del fatto che l’onorabile Albanese sia stata più che ambigua sugli stupri commessi “da” palestinesi, che abbia zittito il sindaco di Reggio Emilia perché aveva osato nominare gli “ostaggi”, che se ne sia andata da una tv soltanto al sentire nominare Liliana Segre; che abbia plaudito all’assalto alla reazione della Stampa perché i giornalisti se lo meritano, di tutto questo, non si dà conto. Un convegno “in onore” dimostra che la deriva ideologica proPal nella politica fiorentina è ancora forte. Dopo Sidney, è ancora più grave e avvilente.ues