Ansa

dal campo largo

"Non siamo alleati di nessuno", dice Conte ad Atreju. E si riaccendono le divisioni col Pd

Dopo le elezioni regionali il campo largo sembrava finalmente unito. Le dichiarazioni del presidente del Movimento 5 stelle però riaprono le fratture. Dice il capogruppo pd al senato Francesco Boccia: "Aveva zero regioni, ora due. Ci vuole rispetto".

Oh no, ci risiamo. Dal palco di Atreju il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, riapre questioni che sembravano risolte dentro il campo largo. "Noi non siamo alleati con nessuno", ha detto. "Siamo disponibili a dialogare con il Pd e con le altre forze progressiste. Se verrà fuori un'alleanza - continua - dipenderà solo dai programmi, se ci verranno scritte le nostre battaglie di sempre, dall'etica pubblica alla legalità, alla giustizia ambientale e sociale. Prima il programma, il candidato verrà dopo". Insomma, qualche paletto il pentastellato vuole metterlo. Vuole avere le mani libere e il campo aperto - più che largo - per tutte le possibilità, non si sa mai. Eppure solo un mese fa sembrava che l'alternativa al governo di Giorgia Meloni ci fosse, sembrava che Elly Schlein fosse riuscita a riunire tutti sotto la stessa capanna, diceva infatti convinta e orgogliosa: “Siamo testardamente unitari e non perché ce l’ha ordinato il medico ma per battere la destra. E per tutto quello che accade intorno a noi”. Dopo le elezioni in Toscana anche Conte parlava della "bontà di un progetto politico", quello messo in campo per sostenere il candidati Eugenio Giani e di un "segnale forte al governo Meloni". E invece è tutto da rifare.

 

Schlein però non vuole discutere, né con Conte né con i suoi compagni di partito, lo ha detto anche nel suo intervento all'assemblea del Pd: "È finito il tempo dei litigi". Ma se la segretaria dem cerca di mediare e di non agitare le acque, glissando completamente sulla questione Conte, dal suo partito qualche frecciatina a Giuseppi è stata scoccata. In prima linea Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo in quota pd: "Conte ha detto ad Atreju che lui non è alleato di nessuno. Non ne usciremo chiudendo gli occhi e recitando una formula che ci rassicura. Serve chiarezza". Poi l'affondo sulla politica estera: "Lasciar fare al più forte è esattamente il contrario di tutto quello per cui combattiamo da una vita. Nel nostro campo non ci può essere spazio per un trumpismo o un putinismo travestito da pacifismo". La vicepresidente fa riferimento alle parole di Conte che vorrebbero vedere l'Europa sfilarsi dai negoziati in Ucraina affidando la regia a Donald Trump. Infatti, se nei tavoli negoziali per le elezioni regionali un accordo per unire il campo largo si è trovato, in politica estera c'è una profonda divisione, dove ogni forza politica ha una posizione diversa. Conte parla del fallimento europeo, il Pd di sostegno imperterrito alla resistenza ucraina e Avs vuole la fine della guerra ma non vuole lasciare l'iniziativa al presidente americano. Un bel casino. Anche Graziano Delrio, finito al centro delle polemiche per il suo ddl antisemitismo che ha evidenziato ulteriormente le diverse sensibilità sulla questione all'interno del centrosinistra, non sembra sorpreso: "Conte vuole fare il suo programma? Bene, che il Pd faccia il suo". Mentre Francesco Boccia, capogruppo Pd al Senato, non usa mezzi termini: "Gli ricordo che prima non governava nessuna regione e ora ne governa due. Ci vuole rispetto per tutti i partiti". Sceglie la strada della prudenza Roberto Speranza, che nel governo Conte II era il ministro della Salute ai tempi del Covid: "Nelle ultime elezioni regionali siamo sempre andati insieme, mi sembra ci sia un percorso comune, però è anche giusto che ognuno abbia la propria identità."

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