La proposta Sensi
Calenda rilancia la piazza pro Ue e Kyiv. "Il silenzio di Schlein? Sudditanza totale" verso Conte
In Campidoglio verso il Colosseo con le bandiere Ue, dice il dem Filippo Sensi. Calenda vorrebbe sottoporre "una piattaforma in pochi punti" a Pd e Forza Italia, "a livello di vertice"
È passato un giorno da quando Filippo Sensi, senatore riformista del Pd, ha lanciato sui social la sua idea di una nuova piazza per l’Europa, dopo le ultime uscite di Donald Trump, avvisando prima di postare la segretaria del Pd Elly Schlein, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e il capodelegazione a Strasburgo Nicola Zingaretti. “Sarebbe ora che venisse convocata una manifestazione per l’Europa, come già fu grazie a Michele Serra”, ha scritto Sensi, “stavolta in Campidoglio per raggiungere il Colosseo illuminato dalla bandiera dell’Unione. Per dire dove siamo, chi siamo, per cosa vale la pena di combattere”. E quindi, combattere dalla parte dell’Ucraina senza se e senza ma, per far sentire la voce delle democrazie occidentali mentre Kyiv è ancora sotto attacco e Volodymyr Zelensky arriva a Roma. Reazioni dal Pd? Insomma.
Il giorno dopo il lancio sul web, infatti, mentre arrivava a Sensi l’endorsement di Più Europa (“quello di Trump, Musk e Putin è un vero e proprio asse anti-Ue, è venuto il momento che gli europei prendano in mano il loro destino ”, ha detto il segretario Riccardo Magi), regnava però ancora il silenzio dal lato pd. Possibile che nessuno voglia reagire a una Casa Bianca convinta che “il declino economico dell’Europa sia eclissato dalla prospettiva reale e molto desolante dell’erosione della sua civiltà”? Possibile che si abbia così tanto timore di scontentare gli alleati recalcitranti sul tema, vedi il M5s di Giuseppe Conte? Chissà. Fatto sta che, intanto, ha parlato il leader di Azione Carlo Calenda, che su X così si è espresso all’indirizzo delle parole grosse in arrivo dagli Usa: “Un leader di governo che rimetta a posto questo bullo lo abbiamo? Perché la dignità necessaria europea va difesa. Un po’ di coraggio, cacchio”. Ma il coraggio, se uno non ce l’ha, se lo può dare?
Raggiunto al telefono durante il suo tour delle università italiane ed europee, tappa londinese, il leader di Azione rilancia: “Penso vada fatta una grande manifestazione per l’Europa, con i principali partiti politici europeisti, compresa Forza Italia e il Pd, rappresentati a livello di segreteria. Chiederò di farlo, nei prossimi giorni, ma sulla base di una piattaforma precisa, perché è facile dire ‘siamo pro Europa’, perché se, alla fine, non ce n’è uno disposto a votare il riarmo, il tutto fa un po’ ridere”. L’intenzione, dunque, dice Calenda, “è buttare giù una piattaforma di qualche punto e cercare di condividerla con il Pd, con Più Europa e con Forza Italia a livello di vertice”.
Finora Schlein non è stata in prima linea, domani chissà. “È completamente assente”, dice Calenda: “Non sta dicendo nulla su quello che accade, ed è una cosa di una gravità assoluta. Sui giornali si parla solo della rivalità tra lei e Conte, ma qui è caduta l’Alleanza Atlantica, e insomma, beh, che dire”. Il problema dell’alleanza Pd-M5s però esiste. “A me pare ci sia una sudditanza totale, tanto che Schlein cerca di parlare il meno possibile di questioni che abbiano a che fare con l’Ucraina e con il necessario riarmo europeo. Insomma, credo proprio che la segretaria del Pd stia dimostrando tutta la sua inappropriatezza a essere la candidata del centrosinistra a presidente del Consiglio”. Il Pd non è monocorde sul tema Kyiv e Ue. “Al momento vedo molta ipocrisia. Tu puoi anche lanciare l’idea di una manifestazione, però se poi la tua segretaria non ti risponde, e con i fatti evidentemente dice che non gliene importa granché, beh, forse dovresti trarne le conseguenze, se per te è così importante che si scenda in piazza, o no?”.