Ansa
dopo le regionali
I conti di Schlein. Sfida Meloni,dice sì alle primarie e avvisa Conte: “Il Pd è il primo partito”
"Siamo pronti a governare". La segretaria al Nazareno festeggia Puglia e Campania e dice: "Nelle ultime 13 regionali siamo il primo partito, con 3.2 milioni di voti". La sua priorità è rinforzare il campo largo, mentre pensa a Palazzo Chigi. Il solito Conte intanto lancia il Cantiere M5s per il programma 2027
Roma. Prima di arrivare al Nazareno ha fatto bene i conti. Sfida Giorgia Meloni: “Siamo pronti a governare”. Manda segnali a Giuseppe Conte e al M5s. E lo fa rivendicando la sua linea testardamente unitaria, intestandosi la regia dei successi del campo largo, in Puglia e in Campania (“Una sconfitta della premier”). Non si torna indietro, semmai è “apertissima” alle primarie. All’indomani delle vittorie di Roberto Fico e Antonio Decaro, Elly Schlein festeggia al Nazareno, niente analisi della sconfitta questa volta. C‘è il fido Igor Taruffi insieme a Francesco Boccia. Si vedono anche, tra gli altri, Alessandro Alfieri e Piero De Luca. La segretaria del Pd arriva direttamente da Bari (a proposito, a margine dirà: “Mi dispiace molto per Nichi Vendola”). Dribbla le polemiche e le insidie. L’appuntamento è alle 14, mezz’ora prima però, Conte, l’alleato sfuggente, prova come al solito a sparigliare. L’ex premier lancia il cantiere M5s per il programma 2027, aperto ai cittadini, che “non potrà contenere compromessi al ribasso tra segreterie preoccupate di formare una coalizione quanto più vasta possibile”. Schlein non si scompone, ma anzi alla fine, sollecitata da giornalisti, ringrazia Conte e poi anche gli alleati di Avs.
Le parole del leader pentastellato comunque sono “le benvenute”. La leader dem risponde con i numeri. La sua calcolatrice segna “3,2 milioni di voti”. Sono quelli conquistati dal Pd nelle ultime 13 regionali, quelle in cui le uniche regioni a cambiare colore sono state Umbria e Sardegna passate al centrosinistra. “Siamo il primo partito”. FdI, rincara Schlein, “è a 2,6 milioni”. Anche per questo, tra un messaggio alla premier e uno a Conte, non vuole sentire parlare di legge elettorale, è convinta che la destra voglia cambiarla perché ha paura. Lo pensa anche il capogruppo Boccia. Schlein dice anche che “con Meloni non ci sono stati contatti. Se la destra vorrà fare una proposta in modo chiaro la valuteremo”. Nel Pd comunque non tutti la pensano allo stesso modo, ma per il momento, almeno in chiaro, non si può dir nulla. Alfieri si spinge oltre e pronostica: “Alla fine il Rosatellum va bene a tutti i partiti”.
E poi al campo largo permetterebbe di vincere al sud. Mentre al nord, aggiunge ancora Alfieri, “c’è da lavorare”. Magari anche Renzi (che ancora nelle foto di coalizione non si fa vedere) con la sua nuova Casa riformista potrà dare una mano. Schlein pensa di sì, del resto è già successo in queste regionali. Al Nazareno i suoi l’applaudono, la segretaria non vuole parlare di congresso e nemmeno di riforma della Giustizia. Le sue priorità ora sono altre. La manovra e gli stipendi, per esempio. E poi, cantiere Conte permettendo, c’è da consolidare il campo largo. “Il progetto Italia. Siamo pronti a discutere con le altre forze progressiste già da domani”. Anche al netto delle differenze, grandi, sulla politica estera, sulla difesa e sull’Ucraina. Schlein si rifugia nei 16 emendamenti presentati in comune con le opposizioni: “Non partiamo da zero”. Ma anche individuare il leader non sarà cosa da poco. “Troveremo un accordo”, assicura la segretaria. Qualche idea? “Chi prende un voto in più esprime la guida. Oppure ci sono altre modalità, come le primarie, a cui mi sono già dichiarata più che aperta”. Anche fossero a doppio turno, come quelle di Bersani nel 2012.