Ansa
Editoriali
Una sinistra desiderosa di vittoria, De Luca più che sacrificarlo dovrebbe premiarlo
La lista dell'ormai ex presidente di regione ha ottenuto un risultato rilevante che peserà negli equilibri futuri dell'amministrazione. Il suo contributo è stato determinante per la vittoria della coalizione e questo dimostra che il suo rapporto con il territorio era ed è reale
L’esito delle elezioni regionali non ha riservato sorprese per quel che riguarda la scelta dei presidenti, il che spinge a esaminare soprattutto i confronti interni alle coalizioni. C’è però un aspetto particolarmente interessante e riguarda il ruolo giocato dai presidenti uscenti, i cosiddetti “cacicchi”, nella determinazione dell’esito complessivo e dei rapporti di forza tra le diverse formazioni. Sono state rimarchevoli le scelte di Vincenzo De Luca in Campania e di Luca Zaia in Veneto, meno rilevante quella di Emiliano in Puglia, dove la vittoria con amplissimo margine di Antonio Decaro è conseguenza soprattutto della popolarità del candidato, già verificata nelle precedenti elezioni europee.
Zaia ha scelto di guidare le liste della Lega, rinunciando a una lista personale, e questo ha permesso alla sua formazione di competere con quella di Fratelli d’Italia, che invece era stata largamente prevalente nelle elezioni politiche. Diversa la scelta di De Luca, che ha presentato una lista propria all’interno della coalizione attorno a Roberto Fico, ottenendo un risultato rilevante che peserà negli equilibri futuri dell’amministrazione, mantenendo peraltro un eccellente rapporto con la lista ufficiale del Partito democratico, la cui segreteria regionale è guidata da suo figlio, che quindi ha avuto un ruolo rilevante nella scelta dei candidati del Pd in Campania. Gli osservatori hanno spesso ironizzato sul protagonismo di De Luca, ma in realtà il suo ruolo politico è stato e resta assai rilevante, proprio per l’indipendenza dalle fumisterie “romane”, che però alla fine lo hanno portato a dare un contributo decisivo alla vittoria di un centrosinistra “allargatissimo”, di cui non era certo entusiasta. Il suo rapporto col territorio era ed è reale, il che, in una fase di disaffezione agli appuntamenti elettorali è uno dei pochi antidoti che possono contrastare l’allontanamento dei cittadini dalla politica. Meglio, molto meglio, i “cacicchi” davvero popolari che i dirigenti paracadutati. Se il centrosinistra un domani vorrà vincere le elezioni, i De Luca sarà meglio premiarli, non punirli.