in puglia
Nardò, avamposto padano nel Salento: il sindaco Mellone porta la Lega al 40 per cento (più di Zaia in Veneto)
In Puglia la Lega tiene con l'8 per cento, ma nel paese salentino sbanca: qui il sindaco si è progressivamente ravvicinato al centrodestra approdando nel Carroccio alla vigilia del voto. I complimenti di Salvini dopo il voto
In Puglia la Lega tiene, conquistando l’8 per cento e conservando i quattro seggi del 2020 ma sbanca – letteralmente – a Nardò, città del sindaco-patriota Pippi Mellone: qui il Carroccio da frisella si è fatto dolce pasticciotto sfiorando il 40 per cento dei consensi.
La parabola del secondo centro della provincia salentina è emblematica di come la politica sia fluida a queste latitudini: Mellone nel 2020, in rotta con il leader dei conservatori Raffaele Fitto, aveva sostenuto lo sceicco progressista Michele Emiliano, candidando un suo assessore in una civica, e aveva pure supportato il magistrato in aspettativa anche varie performance congressuali dem, scatenando l’ira degli ortodossi di Cgil e Anpi. Poi il primo cittadino, che ha nella sua maggioranza esponenti vicini a Casapound, ha progressivamente deciso di riavvicinarsi al centrodestra (è cresciuto nella palestra degli under di An, Azione Giovani). Nei mesi scorsi aveva anche provato a rientrare in Fratelli d’Italia, per candidarsi al consiglio regionale: il responsabile nazionale dell’organizzazione Giovanni Donzelli aveva affrontato con prudenza la vicenda, salvo poi trovare il muro del vicepresidente della Commissione Ue, memore delle frecciate velenose ricevute dal leader neretino sui palchi cinque anni prima.
Svanita l’opportunità di correre sotto le insegne della destra, Mellone ha trovato casa nella Lega (già sostenuta nelle ultime Europee), per il feeling con il segretario pugliese Roberto Marti, convinto che un elettorato reazionario potesse consolidare i consensi del partito (per questo aveva a lungo corteggiato i generale Roberto Vannacci per farlo correre come capolista in tre province, ma dopo il flop in Toscana il progetto era tramontato).
Prima del voto, Mellone ha messo sotto scacco la sua giunta con un artificio di puro machiavellismo: ha azzerato l’esecutivo con il monito di “dover fare ancora meglio per la cittadina”, ma il non detto era che richiedeva un impegno ancora più tangibile per portare voti alla Lega. Il risultato finale? Il simbolo di Alberto da Giussano ha raccolto il 39,39%, staccando Fdi di 24 punti, facendo così risaltare il centro salentino come uno dei pochi comuni nei quali il candidato di centrodestra Luigi Lobuono ha battuto il dem Antonio Decaro.
Il vicepremier Matteo Salvini, non a caso quando i dati dai seggi erano ormai acquisiti, ha chiamato Mellone per complimentarsi, facendogli notare con una battuta “che a Nardò aveva raccolto più voti del Doge Luca Zaia (in Veneto primo con il 36,28 per cento)”.