in puglia

Nell'emirato salentino vincono i figliocci di Emiliano Mellone-Minerva

Michele De Feudis

A Nardò si conferma con consensi che vanno oltre il 70% il sindaco destrorso Pippi Mellone, a Gallipoli fa il bis Stefano Minerva, enfant prodige del progressismo pugliese. Entrambi sostenuti dal governatore pugliese oltre gli schemi delle coalizioni nazionali

Si possono definire i “gemelli diversi” pugliesi, uno con il cuore tricolore e l’altro rosso progressista, salutati da due plebisciti nell’emirato emilianista salentino. I sindaci uscenti di Nardò e Gallipoli sono stati confermati a furor di popolo con la fascia tricolore: Pippi Mellone e Stefano Minerva, giovani amministratori dal retroterra culturale opposto - il primo cresciuto con i libri di Pino Rauti e il secondo con quelli di Antonio Gramsci - sono uniti visceralmente dal sodalizio politico-amministrativo con il caudillo Michele Emiliano, governatore della Puglia. Entrambi sono scesi in campo con coalizioni atipiche o ibride.


Mellone viaggia su una media che potrebbe superare il 70% delle preferenze”, sussurrano dal comitato melloniano di Nardò, dove il sindaco ormai riconfermato non rilascia ancora dichiarazioni, ma sapere che “adesso si fa surf”. Il cartello elettorale dell’esponente della destra neretina, fondatore del movimento civico “Andare Oltre” (ispirato a una antica corrente missina) ha al suo interno anche la lista “Noi per Nardò”, nella quale sono confluite personalità dem, nonché progressisti vicini al fronte emilianista. Contro Mellone si era scagliato il senatore dem Dario Stefano, autosospeso dal partito per contestare l’appoggio del governatore al sindaco, mentre a sostegno del candidato Pd-5S, Carlo Falangone, era giunti nella città salentina big nazionali come i dem Cuperlo e Provenzano, nonché i grillini Di Maio e Conte. Nelle ultime ore di campagna elettorale, venerdì scorso, il clima si era surriscaldato anche per una aggressione in piazza ad un candidato pentastellato, secondo alcune ricostruzioni da parte di un sostenitore melloniano, per altri presenti solo alla fine di un alterco calcistico. Il successo di Mellone evoca paragoni con il bis di Adriana Poli Bortone, la “signora della destra pugliese”, eletta due volte sindaco di Lecce: “La Adriana - dicono nel comitato di Andare Oltre - si fermò al 68%. Qui si viaggia su percentuali più alte”.


A Gallipoli Stefano Minerva ha già reindossato la fascia (le schede scrutinate lo danno intorno al 65%) e commenta così il risultato della sua “coalizione per la città”, slogan che evoca la “coalizione dei pugliesi” di Michele Emiliano alla Regione Puglia: “La mia - dichiara a caldo - è stata una alleanza per la città, per tenere unità la comunità cittadina contro la vecchia politica. Ci siamo ritrovati superando anche le distanze ideologiche”. Nelle liste civiche che lo hanno sostenuto erano presenti anche candidati di estrazione leghista e fittiana, mentre solo Fdi ha corso in solitudine con una candidato sindaco autonomo, per una battaglia di testimonianza. L’avversario di Minerva? L’ex sindaco Flavio Fasano, già storico dirigente Pd: la sua coalizione si è fermata a quasi trenta punti di distanza da quella di Minerva, accusato di essere espressione “invincibile del sistema”. La replica del sindaco gallipolino: “Ha vinto solo il sistema della democrazia”. E forse anche dell’emilianismo, formula che a queste latitudini archivia destra e sinistra in nome del pragmatismo amministrativo.

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