Ansa
Dopo il voto regionale
Il messaggio di Napoli oltre Napoli, parla il sindaco Manfredi
Fico si afferma con ampio margine. Ma che cosa dice il voto al centrosinistra in viaggio?
“Una risposta straordinaria” dichiara l'ex rettore della Federico II. I civici, il dialogo tra "componenti radicali e componenti riformiste", il modello locale con coabitazione larghissima e la parola "sicurezza" come "bene comune"
La vittoria è molto piena, a Napoli, talmente piena da non parlare soltanto di Napoli. Anzi. Il sindaco Gaetano Manfredi, infatti, non nasconde la soddisfazione. “Una risposta straordinaria”, dice al Foglio. C’è infatti il dato – Roberto Fico, esponente m5s scelto in campo largo, si afferma come presidente della Regione Campania con più di 25 punti percentuali di differenza rispetto all’avversario di centrodestra Edmondo Cirielli. E c’è il resto. E insomma, non si fa in tempo a dire “vittoria” che gli occhi degli osservatori, proprio nelle ore in cui sbarcano sotto al Vesuvio gli azionisti di maggioranza del Pd (Elly Schlein) e del M5s (Giuseppe Conte), si fissano sull’uomo che il campo largo, con scelta condivisa, l’ha anticipato sul piano locale anni fa, e dunque su di lui: Manfredi, sindaco e presidente Anci, già rettore dell’Università Federico II, ministro dell’Università nel governo Conte II nonché deus ex machina dell’accordo che, qualche mese fa, ha portato alla designazione di Fico come candidato governatore, dopo che per il presidente campano dem uscente Vincenzo De Luca era scesa la scure del “niet” al terzo mandato.
E non basta, ché Manfredi è anche colui che assiduamente appare, al pari della sindaca di Genova Silvia Salis, nei luoghi dove muovono i primi passi concreti i cosiddetti “civici” chiamati a raccolta dall’assessore ai Grandi Eventi, Turismo, Sport e Moda del Comune di Roma Alessandro Onorato. Quando si arriverà a dover scegliere il candidato premier, è l’interrogativo che aleggia, il metodo napoletano sarà quello da seguire, al netto o al lordo di un cambio di legge elettorale? E quanto si potrà allargare il campo (magari fino ad Azione, ci si domanda)? A Napoli, ricorda il sindaco, “i progressisti e i riformisti hanno sostenuto Fico. E anche in altro contesto, di fronte a un bipolarismo estremo, la sintesi tra posizioni differenti si rende più che mai necessaria”. Dall’osservatorio napoletano, dunque, dove, dice Manfredi, “Cinque Stelle e riformisti convivono e formano una maggioranza coesa, risultando complementari”, non si può che considerare questa strada “quella credibile da percorrere” in generale, anche se a Napoli la prova del nove parla da sé: le percentuali di voto, dice Manfredi, “indicano, come si diceva, una grande risposta dei campani e dei napoletani dell’area metropolitana. Ho sempre creduto che fosse necessaria un’alleanza larga e il dialogo tra componenti più radicali e componenti più riformiste e che Fico fosse il miglior interprete di un assetto che punta a rispondere ai problemi dei cittadini, tenendo conto di fragilità ed esigenze differenti”.
Il metodo napoletano del Manfredi “civico in viaggio” parla anche di sicurezza, parola che non dev’essere parolaccia, a sinistra, né a Napoli né sul piano nazionale: “La sicurezza è bene comune”, dice il sindaco, “non certo tema da consegnare a tifoserie di destra o di sinistra. E riguarda tutti i cittadini”. Cittadini che domenica e lunedì hanno disertato le urne in percentuali preoccupanti, se si guarda al dato dell’astensione. “La politica deve riflettere”, dice Manfredi: “Il suo compito è fare in modo che si torni a votare, ed è una grande responsabilità”. Oltre Napoli, lungo la via che si snoda davanti a un campo largo che, per il sindaco, “se si presenta compatto è estremamente competitivo”, non necessariamente c’è un cambio di legge elettorale (Manfredi dice: “Non vedo perché, Meloni ha una maggioranza solida”). “Questo voto ci dà fiducia”, è il messaggio ai naviganti: “Ora si faccia uno sforzo, nel centrosinistra, in direzione di una proposta politica e programmatica”.