Ansa

Calcoli e strategie

Con Fico vince soprattutto Conte. I successi M5s oltre la Campania e la sfida nel campo largo

Ruggiero Montenegro

Dopo Todde in Sardegna, il Movimento 5 stelle ha conquistato un'altra regione. "Doppietta storica" dice l'ex premier che aveva già ottenuto un posto nella giunta di Giani in Toscana e avrà qualche responsabilità di governo anche in Puglia con Decaro. Adesso la sfida è a Meloni, passando per la leadership del centrosinistra

La foto della vittoria alla fine è quella di Napoli. E' in Campania, per festeggiare Roberto Fico, il grillino della prima ora, che i leader dell’opposizione si sono dati appuntamento ieri sera. L’ex presidente della Camera vince nettamente sul viceministro meloniano Edmondo Cirielli, siamo intorno al 60 per cento dei voti. Giuseppe Conte gongola, è il primo a parlare, rivendica. “Il nostro Fico è il nuovo presidente... Non saltellano più”, dice l’ex premier. S’è preso la Campania, pur avendo il suo M5s, un’altra volta, meno voti del Pd. Cinque anni fa Vincenzo De Luca aveva sfiorato il 70 per cento senza i grillini. Ora hanno il governatore. Elly Schlein, la testardamente unitaria, ha scelto di festeggiare nel comitato di Fico. “Il miglior interprete dell’alleanza”, per dirla con le parole del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, il federatore. La vittoria campana, di un esponente M5s, diventa subito il nuovo modello del campo largo, la riscossa. A Napoli gli rendono omaggio anche Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Avs. Mentre in Puglia la stessa coalizione ha ottenuto un successo ancora più schiacciante con Antonio Decaro, circa il 65 per cento.

 

Elly Schlein dice allora, è il suo mantra, che “uniti non si vince, si stravince. L’alternativa c’è” come dimostrano i risultati delle due regioni del sud. Dal comitato elettorale di Fico la segretaria dem ringrazia anche Giovanni Manildo (“Abbiamo raddoppiato i voti”), candidato generoso ma sconfitto senza appello in Veneto. Schlein guarda già a Palazzo Chigi, mentre sulle agenzie scorrono i lanci dei suoi fedelissimi: “E’ la vittoria della linea Pd”. Eppure a guardare meglio, allargando lo sguardo, la coalizione larga che la leader del Nazareno ha fortemente perseguito è la stessa che è stata sconfitta male in Calabria e pure nelle Marche, dove il candidato era l’europarlamentare dem Matteo Ricci. Così alla fine e al netto degli slogan, dell’euforia del momento, chi può davvero sorridere, più di tutti, è Conte, l’alleato sfuggente sempre pronto a smarcarsi, a scappare in avanti. A tenersi le mani libere anche quando si parla di legge elettorale.

 

Anche questa volta il suo Movimento sui territori paga dazio, non sfonda. Mentre si chiude questo giornale, ci muoviamo tra proiezioni e dati parziali, il Pd è ampiamente il primo partito della coalizione, da nord a sud. In Veneto a metà dello spoglio il Pd è intorno al 17, il M5s nemmeno al 3, quasi doppiato da Avs. In Puglia i dem sono al 26 per cento, senza considerare le civiche per Decaro; i pentastellati non arrivano all’8 per cento (5 anni fa con il proprio candidato erano arrivati di poco sotto il 10). Mentre in Campania la compagine di Schlein è quasi al 20, i grillini hanno circa la metà dei voti ( più della lista di De Luca, al 7.7) a cui sommare un 5 per cento abbondante della civica di Fico.

 

La differenze in termini di consenso restano. Eppure, al termine di questa tornata di regionali, di un 3-3 che non cambia gli equilibri tra maggioranza e opposizioni a livello di regioni governate, il leader pentastellato porta a casa una serie di risultati. La presidenza della Campania è quello più grande. Ma non l’unico. Con Alessandra Todde in Sardegna, mette agli atti l’ex premier, “è una doppietta storica: due governatori di regione in due anni, quando prima non ne avevamo avuto mai nessuno”. Ma il fu avvocato del popolo potrà vantarsi anche di quanto ottenuto nella Toscana di Eugenio Giani – il governatore che Schlein non voleva candidare. Il M5s è stato all’opposizione cinque anni. Oggi è in giunta, con l’assessore all’Ambiente, dopo aver imposto la propria agenda. E pure in Puglia il partito di via Campo Marzio, che ha sostenuto il veto su Michele Emilano, otterrà una qualche responsabilità di governo. Conte ringrazia: “Orgogliosi di Decaro”. Adesso la sfida è a Meloni, passando per la leadership del centrosinistra. E mentre Schlein si dice “apertissima alle primarie di coalizione. Decideremo insieme”, Conte la mette così: “E' un fatto oggettivo: i nostri candidati hanno riscosso un importante successo”.

Di più su questi argomenti: