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i grafici

Chi cresce e chi perde: ecco i voti dei partiti alle regionali del 2020 e del 2025

Alessandro Villari

Fratelli d'Italia resta il primo partito del centrodestra, tranne in Calabria e in Veneto, mentre Forza Italia consolida la sua posizione al secondo posto. La Lega fa il pieno di voti con Stefani ma c'entra l'assenza della lista Zaia. Il M5s esce ridimensionato, ma conquista due regioni. La Puglia è l'unica regione del sud in mano al Partito democratico

Marche, Valle d'Aosta, Calabria, Toscana, Veneto, Campania e Puglia sono le regioni in cui si è votato nel corso di questo autunno elettorale. Per cinque di loro, il partito del nuovo governatore coincide con quello vecchio, anzi, in Valle d'Aosta, Marche, Calabria e Toscana il presidente eletto coincide con quello uscente: il civico Renzo Testolin, il meloniano Francesco Acquaroli, il forzista Roberto Occhiuto e il dem Eugenio Giani. Le altre regioni hanno scelto volti nuovi, per via di una legge della Corte costituzionale che ha impedito di correre per il terzo mandato. E così Alberto Strefani ha preso il posto di Luca Zaia in Veneto e Antonio Decaro è diventato il successore di Michele Emiliano. In entrambi i casi, il nuovo governatore appartiene allo stesso partito del precedente. L'unica regione che ha cambiato colore è la Campania, dove il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle hanno trovato un accordo per la candidatura dell'ex presidente della Camera Roberto Fico al posto del dem Vincenzo De Luca.

Ma come sono andati i partiti rispetto alle precedenti regionali? I voti percentuali descrivono un trend che ha riscontro nei voti in numeri assoluti? Lo abbiamo riassunto per ogni regione nei paragrafi che seguono, illustrando i dati anche con alcuni grafici. Nel caso dei grafici, per fare un confronto più accurato abbiamo inserito solo le forze politiche che si sono presentate alle regionali sia nel 2020 che nel 2025. Inoltre, abbiamo rappresentato i dati in numeri assoluti per avere un quadro che non sia falsato dall'affluenza.

 


 

Marche

 

 

Nelle Marche, dove Francesco Acquaroli ha vinto contro l'europarlamentare ed ex sindaco di Pesaro Matteo Ricci (52,43 per cento a 44,44), Fratelli d'Italia si è attestato al 28,01 per cento (155.540 voti) divenendo così il primo partito, seguito dal Partito democratico al 23,31 per cento (127.638 voti). Dopo di loro ci sono Forza Italia con il 7,88 per cento (48.823 voti), la Lega con il 5,86 per cento (41.805), il Movimento 5 Stelle al 5,83 (28.835) e Alleanza Verdi-Sinistra al 4,42 per cento (23.565). Invece la lista di Ricci ha ottenuto il 7,34 per cento (41.650), mentre Noi moderati ha preso l'1,64 per cento (9.299 voti).

Alle regionali di cinque anni fa, quando Acquaroli ha sfidato – vincendo – il candidato del centrosinistra Maurizio Mangialardi e quando l'affluenza è stata del 59,75 per cento (nel 2025 è scesa al 50,01), a essere il primo partito è stato il Pd con il 25,11 (156.394 voti), seguito da Lega che si era fermata al 22,38 per cento (139.438 voti) e da Fratelli d'Italia che aveva preso il 18,66 per cento (116.231 voti). Il Movimento 5 Stelle aveva ottenuto il 7,12 per cento (44.330 voti), Forza Italia il 5,89 (36.716), mentre Italia Viva il 3,17 (19.742).


 

Calabria

 

In Calabria, nel 2025 Roberto Occhiuto si è confermato governatore contro l'europarlamentare del M5s Pasquale Tridico ottenendo il 57,26 dei voti contro il 41,73. Forza Italia è stata il primo partito con il 17,98 per cento (136.501 voti), seguito dal Partito democratico al 13,59 per cento (103.119 voti). Fratelli d'Italia, ottenendo l'11,64 per cento (88.335 voti), è stata la seconda forza del centrodestra, mentre la Lega è la terza con il 9,40 per cento (71.381 voti). Noi moderati ha preso il 4,03 per cento. (30.613). Nel centrosinistra invece, dopo il Pd ci sono la lista di Tridico che ha preso il 7,62 per cento (57.813 voti), il Movimento 5 Stelle con il 6,43 (48.775 voti), Casa riformista con il 4,42 per cento (33.529) e Alleanza Verdi-Sinistra che ha preso il 3,85 per cento (29.251). L'affluenza è stata del 43,15 per cento, più bassa rispetto alle precedenti elezioni era (44,36).

L'ultimo voto regionale in Calabria è del 2021, quando i cittadini sono tornati alle urne dopo la morte della presidente Jole Santelli. A vincere Roberto Occhiuto, anche lui forzista, contro la candidata del centrosinistra Amalia Cecilia Bruni (54,46 per cento a 27,68). Anche in quell'occasione Forza Italia è stato il primo partito con il 17,31 per cento (131.882 voti) e il Pd il secondo con il 13,18 per cento (100.437). Hanno seguito poi FdI con l'8,70 per cento (66.277 voti), Lega con l'8,33 per cento (63.459) e il Movimento 5 Stelle, alleato con il Pd, che ha preso il 6,48 per cento (49.414). In quelle elezioni aveva partecipato anche l'ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris che aveva ottenuto, sommando tutte le liste, il 16,17 per cento (128.204).

 


 

Toscana

 

Anche in Toscana, il presidente uscente Eugenio Giani è stato riconfermato nel 2025 vincendo contro il candidato del centrodestra Alessandro Tomasi (53,92 a 40,90 per cento). Il primo partito è stato quello guidato da Elly Schlein che ha ottenuto il 34,43 per cento (437.313 voti), seguito da FdI al 26,78 per cento (340.202 voti). Poi ci sono la lista di Giani all'8,86 per cento (112.564), Avs al 7,01 per cento (89.057) e Forza Italia al 6,17 per cento (78.404). Conte e Salvini sono stati staccati: il Carroccio ha preso il 4,38 (55.684 voti), mentre M5s il 4,34 (55.158). Noi moderati ha ottenuto il 1,15 per cento (14.564). Un dato che va tenuto in considerazione è l'affluenza: nel 2020 è stata del 62,60, mentre cinque anni dopo è scesa fino al 47,73 per cento.

In quell'occasione Giani ha vinto contro Susanna Ceccardi e ha vinto con il 48,62 per cento, lasciando la sua sfidante al 40,46. Il Pd era sempre il primo partito con il 34,69 per cento (563.116 voti), seguito non da FdI, ma dalla Lega che aveva preso il 21,78 (353.514) e dal partito di Meloni che si era fermato al 13,50 per cento (219.165). Italia Viva e FI hanno preso più o meno gli stessi voti, rispettivamente il 4,48 per cento (72.649) e il 4,28 (69.456). Il Movimento 5 Stelle correva da solo con Irene Galletti e aveva ottenuto il 7,01 per cento (113.836).

 


 

Veneto

 

Nelle ultime regionali in Veneto con il 64,39 per cento Alberto Stefani ha stravinto sul candidato di centrosinistra Giovanni Manildo che si è fermato al 28,88 per cento. La Lega è stata il primo partito con il 36,28 per cento (607.220 voti), mentre Fratelli d'Italia è arrivato secondo con il 18,69 per cento (312.839). Poi ci sono il Pd che ha preso il 16,60 per cento (277.945 voti), Forza Italia con 6,30 per cento (105.375), Avs al 4,64 (77.621) e Movimento 5 Stelle al 2,20 per cento (36.866). Noi moderati ha invece preso l'1,12 per cento (18.768). Ha votato solo il 44,65 per cento degli aventi diritto, cinque anni prima il 61,16.

Nel 2020 il candidato del centrodestra era il governatore uscente Luca Zaia che è stato capace di raccogliere il 76,79 per cento dei voti, lasciando al suo avversario Arturo Lorenzoni il 15,72. In quelle elezioni però il doge aveva presentato una lista con il proprio nome che ha raccolto da sola il 44,57 per cento (916.087 voti), seguita poi dalla Lega al 16,92 (347.832), Partito democratico all'11,92 per cento (244.881), da FdI al 9,55 per cento (196.310), da Forza Italia al 3,56 per cento (73.244) e M5s che correva in solitaria al 2,69 per cento (55.281).

 


 

Campania

 

Roberto Fico in Campania ha raccolto l'eredità di Vincenzo De Luca battendo il suo avversario, il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli, 60,63 a 35,72. Il partito di Schlein ha ottenuto il 18,41 per cento (370.016 voti), mentre FdI si è classificato secondo con l'11,93 per cento (239.733 voti). Dopo ci sono FI con il 10,72 per cento (215.419) e M5s al 9,12 (183.333), che esprimeva il candidato che poi ha vinto. La lista del governatore uscente Vincenzo De Luca "A testa alta" ha preso l'8,34 per cento (167.569), mentre Casa riformista il 5,82 (116.963), poco distante la Lega con il 5,51 (110.735). Noi moderati ha preso l'1,27 per cento (25.559). Rispetto al 2020, quando è andato a votare il 55,52 per cento degli aventi diritto, questa volta si è recato solo il 44,10.

Quando nel 2020 De Luca ha vinto con il 69,48 per cento contro Stefano Caldoro, inchiodato al 18,06, la sua lista aveva preso il 13,30 per cento (313.669), arrivando a pochi punti dal Pd che è comunque arrivato come primo partito con il 16,90 (398.522). Il Movimento 5 Stelle, presentando una propria candidata, Valeria Ciarambino, aveva preso il 9,92 per cento (233.975), Italia viva, schierata con il Pd, aveva invece preso il 7,38 per cento (173.884). Fratelli d'Italia, Lega e FI hanno rispettivamente ottenuto il 5,98 per cento (140.916), il 5,65 (133.159) e il 5,16 (121.694).


 

Puglia

 

In Puglia Antonio Decaro ha vinto contro l'ex presidente della Fiera del Levante Luigi Lobuono, riuscendo ad avere il 63,97 delle preferenze contro il 35,13 del suo sfidante. Il Pd è arrivato primo con il 25,91 per cento (344.228 voti), seguito da FdI al 18,73 (248.904 voti). La lista di Decaro è arrivata al 12,72 per cento (168.945), FI al 9,11 (121.015), Lega al 8,04 per cento (106.853), M5s al 7,22 per cento (95.963), mentre Avs il 4,09 per cento (54.358). Noi moderati ha preso lo 0,83 per cento (10.997). L'affluenza si fermata al 41,83 per cento: cinque anni prima era stata del 56,43.

Nel 2020, quando Emiliano si è confermato alla guida della regione vincendo su Raffaele Fitto (46,78 a 38,93 per cento), il Pd era sempre il primo partito con il 17,25 per cento (289.254 voti), seguito da Fratelli d'italia al 12,63 (211.693). La Lega ne aveva presi il 9,57 per cento (160.507), mentre FI l'8,91 per cento (149.399). La lista "Con" di Emiliano aveva ottenuto il 6,59 per cento (110.566), invece il Movimento 5 Stelle, che aveva candidato Antonella Laricchia, aveva preso l'9,86 (165.243). Anche Italia viva aveva corso da sola con Ivan Scalfarotto e aveva preso l'1,08 (18.030).