la situa
Cosa dicono le regionali? Per un'alternativa a Meloni la sinistra ora ha l'algebra, ma manca la leadership
Il campo largo non guadagna consensi rispetto al 2022, ora però c'è una coalizione e può competere con il centrodestra. Anche se le regionali degli ultimi anni confermano un dato: stare all'opposizione non ha offerto vantaggi a Schlein, Conte e gli altri
Prosegue lo scrutinio delle elezioni regionali in Veneto, Campania e Puglia, ma in attesa dei dati definitivi alcune cose si possono già dire. Il primo dato politico riguarda il centrosinistra. Rispetto al 2022, non conquista nuovi elettori, non riesce a espandersi. Ma a differenza del 2022 è una coalizione. E può competere. L'algebra c'è, la leadership no.
Con il voto di Veneto, Puglia e Campania, si conclude una lunga tornata di voti regionali che si sono susseguiti negli ultimi due anni. Oggi vince 2 a 1 il centrosinistra, mentre se guardiamo a tutto il 2025, il bilancio tra le coalizioni è di 3 a 3. Se allarghiamo ulteriormente lo sguardo a tutte le regionali da quando c'è un confronto tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein, il bilancio complessivo è di 10 a 6 per il centrodestra. Un altro dato. Per il centrosinistra stare all'opposizione non ha portato alcun beneficio elettorale.