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Editoriali

Riarmo e Mercosur, due sì bipartisan che non fanno notizia

Redazione

In Commissione Difesa e in Commissione Esteri, maggioranza e opposizione unite. Due voti da applausi non rivendicati da nessuno

C’è un tratto curioso della politica italiana: quando fa le cose giuste, tende a non vantarsene. È successo in queste ore, quasi di nascosto, su due fronti che di solito producono scosse telluriche: la difesa e il commercio internazionale. In Commissione Difesa sono passati tre programmi che definire strategici è poco – mezzi anfibi nuovi di zecca, munizionamento guidato per l’artiglieria, aggiornamento del programma navale con missili e logistica – e sono passati come nelle migliori occasioni: senza un voto contrario, senza un distinguo, senza la rituale liturgia dell’opposizione che segnala, protesta, si smarca. Silenzio, e un sì collettivo. Che già di per sé è una notizia.

 

Stesso copione, con più garbo geopolitico, in Commissione Esteri. Due risoluzioni per spingere l’Italia verso la ratifica dell’accordo Ue–Mercosur – una del Pd, una di Azione – migliorate dalla maggioranza e approvate senza che nessuno trovasse il coraggio di dire no. E dire che nell’immaginario politico il Mercosur è la madre di tutte le battaglie: agricoltori traditi, giungla di standard, concorrenza sleale, e il fantasma onnipresente della Cina. Poi si va a vedere chi vota cosa, e si scopre che l’Italia, quando ragiona, tende a ragionare allo stesso modo. Il punto, forse, è che la realtà ha una forza  superiore a qualsiasi schieramento. Sul riarmo non ci sono alternative: se non sei in grado di proteggere i tuoi confini, discuterai all’infinito del resto. Sul Mercosur vale la legge dell’ovvio: o apri i mercati in modo intelligente, o lasci che altri li aprano al posto tuo. E così maggioranza e opposizione  hanno trovato un terreno di convergenza che non richiede celebrazioni, solo lucidità. È un peccato che la politica non rivendichi questi momenti di normalità adulta. Ma forse proprio questa discrezione è il segno che ogni tanto la la politica funziona: non quando litiga, ma quando tace e decide. 

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