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La telefonata

Asse Meloni-Schlein per cambiare il reato di violenza sessuale

Redazione

Dopo la chiamata tra le leader di FdI e Pd, è stato approvato all'unanimità in commissione Giustizia un emendamento delle deputate Di Biase (Pd) e Varchi (FdI) che cambia il reato previsto dall'articolo 609-bis del codice penale, introducendo il concetto di "consenso libero e attuale" 

Da un lato della cornetta la premier e capa di FdI Giorgia Meloni, dall'altro lato la leader delle opposizioni e segretaria del Pd Elly Schlein. Sono divise su quasi tutti i temi, ma hanno trovato un punto d'incontro sulla lotta alla violenza di genere. Un'intesa, quella tra le due leader, nata proprio nel giorno in cui in aula alla Camera si scatenava la bagarre tra il ministro dell'Istruzione, il leghista Giuseppe Valditara e le opposizioni proprio sulla violenza di genere. Ma soprattutto un'intesa nata grazie al confronto telefonico tra Meloni e  Schlein che ha portato a una soluzione condivisa.

 

Anche grazie alla mediazione delle due leader, Partito democratico e Fratelli d'Italia hanno trovato un accordo che introduce il concetto di consenso nella proposta di legge sulla modifica del reato di violenza sessuale a prima firma Boldrini. L'emendamento, presentato dalle relatrici, Michela Di Biase del Pd e Carolina Varchi di FdI, in commissione Giustizia della Camera dei deputati è stato approvato all'unanimità e va a modificare l'articolo 609-bis del codice penale, sancendo come "chiunque compie o fa compiere atti sessuali senza il consenso libero e attuale dell’altra persona può essere punito con la reclusione da sei a dodici anni". In questo modo il "consenso libero" entra nel Codice penale come strumento per distinguere un atto sessuale da una violenza. 

 

''E' un importante passo avanti per il codice penale italiano, che viene adeguato agli standard più avanzati - ha dichiarato Di Biase - Questo nuovo testo rappresenta un grande cambiamento culturale, perché troppo spesso abbiamo assistito a donne costrette a giustificarsi anche di fronte alle violenze subite. Il sesso senza consenso è stupro". Invece la sua collega Varchi, capogruppo in Commissione Giustizia, ha detto che "con il voto di questa sera facciamo un passo ulteriore nella tutela delle donne. Da oggi tolleranza zero, è stupro se non vi è consenso libero e attuale. Fratelli d'Italia aveva promesso che avrebbe lavorato per rafforzare la difesa dei diritti  delle donne e lo stiamo facendo, attraverso norme più rigorose e  misure economiche tali da garantire più indipendenza e autonomia".

 

L'accordo tra Pd e FdI ha reso più esplicito il consenso specificando che deve essere "libero" e "attuale", cioè che il consenso deve essere manifestato nel momento in cui il rapporto avviene. Ma soprattutto amplia la portata del reato di violenza sessuale perché prevede che possa essere punito con la reclusione da 6 a 12 anni non solo chi costringe un’altra persona ad avere un rapporto sessuale "con violenza, minaccia o mediante abuso di autorità" o "abusando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica", ma anche chi si approfitta della condizione di "particolare vulnerabilità della persona offesa", prevista dall’articolo 90-quater del codice di procedura penale.

 

L'emendamento approvato ieri alla Camera introdurrebbe una novità nella giurisprudenza del nostro paese e attuerebbe quanto stabilito dalla Convenzione di Istanbul nel 2011. Il trattato internazionale sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, firmato dall'Italia nel 2013, definisce lo stupro come un "rapporto sessuale senza consenso". L’articolo 36 specifica che questo "deve essere dato volontariamente, quale libera manifestazione della volontà della persona, e deve essere valutato tenendo conto della situazione e del contesto". L'emendamento approvato ieri in commissione Giustizia va proprio in questa direzione integrando la proposta di legge presentata l’anno scorso dalla ex presidente della Camera e deputata del Pd Laura Boldrini, che puntava a modificare l’articolo 609-bis del codice penale introducendo l’assenza di consenso.