Il Moro 2 di Volturara

Conte presenta la sua mozione sulla Libia e si sposta al centro. Pd e Avs: “Aveva già firmato la nostra”

Carmelo Caruso

Dopo la batosta Toscana il capo del M5s fiuta l'aria e fa il moderato: no allo stralcio del memorandum con il paese nordafricano, sì a una revisione. "Non possiamo lasciare il tema della sicurezza alla Meloni", dice

Il genio Conte: quando lo sorpassano a sinistra si butta al centro, se arriva Renzi, esce lui. Si muove adesso da Conte Aldo  Moro II. Presenta una mozione alternativa al Pd. Schlein, Fratoianni, Bonelli, Magi e Boschi firmano una mozione per non rinnovare il memorandum Italia-Libia (si vota oggi) e Conte risponde con un’altra. Fa sapere che serve una “terza via” per non lasciare la sicurezza a Meloni.  L’immigrazione si rovescia in semantica. Schlein vuole stracciare “il memorandum” e Conte “rivederlo”. Ma sentite come è andata. Raccontano Pd e Avs: “Il M5s aveva già firmato la nostra mozione con il suo deputato Alfonso Colucci”. E poi? “Si vota in Toscana: Avs supera il M5s, Renzi sbanca al centro e Conte  cambia strategia”. Conte replica: “Io non lascio il tema della  sicurezza a Meloni”. Oggi Tajani parla del piano di pace alla Camera. La sinistra quante voci avrà?


Può un’opposizione, che pensa di ricoprire cariche di governo, presentarsi in Aula e non sapere cosa rispondere a Tajani? E’ prassi: i deputati del Pd scoprono pochi minuti prima del voto come votare, poi si passa a mediare con Avs, salvo scoprire che il M5s potrebbe fare il contrario di Pd e Avs. Sono da orologio svizzero. Dopo l’informativa di Tajani verrà votata la mozione “anti Minniti”, contro il rinnovo del memorandum Italia-Libia, la mozione sottoscritta da tutto il campo largo, eccetto Conte. Come è nata? Secondo il M5s si tratta di un’accelerazione ingiustificata di Avs. Il partito di Bonelli e Fratoianni raccoglie le proposte delle ong impegnate nel soccorso dei migranti e si precipita in conferenza dei capigruppo chiedendo la calendarizzazione della mozione. Per il Pd di Schlein, Teleflotilla Pd, la storia è diversa. Si vota in Toscana e Conte registra l’avanzata del centro di Renzi, della sua Casa riformista, ed ecco che cambia natura, e agenda. Capisce che deve distinguersi sui temi e sulla Libia: fa il Conte Aldo Moro 2 di Volturara Appula. Il crollo del M5s? Pensa Conte che è “un altro dazio” che il Movimento paga al Pd, ma Conte nella sua generosità, dice di pagarlo per il bene della coalizione. La linea la detta l’ex capogruppo alla Camera, Francesco Silvestri, che dichiara sulla Libia: “I risultati di questo governo sull’immigrazione sono tra i peggiori della storia. Se non fosse per l’opposizione si procederebbe al tacito rinnovo del memorandum Italia-Libia”. Dunque si straccia come chiedono Schlein, Fratoianni, Bonelli, Magi e Boschi? Alt. Spiega Silvestri che “c’è bisogno di una revisione seria e trasparente”. Rivedere è meglio di stracciare. Insomma, qual è la posizione di Conte sulla Libia, sui migranti? Sui quotidiani viene ricordato come l’ex premier dei decreti sicurezza. Bene. Ogni volta che qualcuno lo scrive, il Conte Aldo Moro 2 precisa che quei decreti facevano parte di un preciso accordo di governo e che lui, da premier, lo ha solo rispettato. Era il governo Conte I. Torniamo alla Libia. Per Conte serve la presenza dell’ Unhcr nei centri di permanenza libici, perché se si straccia l’accordo il rischio è vedere l’Italia invasa dai migranti. Immaginate Meloni? Il M5s si difende: “Meloni ci attaccherà, dirà che non sappiamo gestire il fenomeno migranti. Non lasciamo il tema della sicurezza al centrodestra”.

 

Ecco arrivare la mozione di Conte Aldo Moro 2, “no al rinnovo automatico” ma revisione. Si legge al punto primo: “Prevedere più efficaci tutele ai migranti e il pieno rispetto della Convenzione di Ginevra”. Punto secondo: “Rendersi garante del rispetto dell’ordinamento giuridico nazionale ed euro-unitario delle convenzioni internazionali”. Punto tre: “Disporre affinché l’esecuzione degli impegni garantisca la sicurezza e la regolarità e la sostenibilità dei flussi”. Punto quattro: “Monitorare e accertare, anche con il coinvolgimento delle organizzazioni umanitarie, internazionali e nazionali, le condizioni e il trattamento dei migranti in transito”. Chi la firma? La firma Colucci, sì, proprio Colucci che per il Pd era “dei nostri”. E’ l’effetto Toscana, la vittoria di Giani, che è una vittoria del centro, di Renzi (che sotto la sua Casa riformista ha inserito il nome Giani). Stanno tutti correndo per prendersi i voti che al momento ha Tony Tajani extralarge. Elly Schlein festeggia per la vittoria di Giani, ma i consiglieri eletti del Pd in Toscana sono 15 e di questi ben 13 sono eletti con le preferenze e due con il listino bloccato. La geografia del Pd: sei di loro sono riformisti (Barnini, Marras, Puppa, Mazzeo, Dika, Biffoni) sette sono vicini a Schlein (Spinelli, Franchi, Lorenzetti, Nardini, Bezzini, Melio, Querci) uno è compagno di Nardella e un altro è indipendente. Il caso Biffoni è più di un caso, oltre 22 mila preferenze. Conte? E’ già in marcia come un migrante. Dalla Cirenaica è di ritorno allo scudo crociato.

Di più su questi argomenti:
  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio