
Ansa
dopo l'annuncio della premier
L'opposizione prepara la risposta a Meloni su Gaza. Incognita Iv
Pd, M5s e Avs studiano una nuova mozione. Anche Magi si unisce: "Mi auguro ci sia una iniziativa comune”. Ma per Renzi e i suoi potrebbe essere difficile votare contro la proposta del governo. Intanto i parlamentari di Iv prendono tempo. Nuove tensioni nel campo largo?
“Aspettiamo il testo”: l’incognita resta Italia viva, Matteo Renzi. Pd, M5s e Avs invece sono già a lavoro per preparare la risposta a Giorgia Meloni: una nuova mozione unitaria su Gaza, con sanzioni e condanna di Israele, che avrà l’obiettivo di svelare quelle che considerano “le ipocrisie e le complicità” del governo su Gaza. Potrebbe esserci anche Riccardo Magi con Più Europa: “Mi auguro ci sia una iniziativa comune. Ci stiamo lavorando”.
Sono gli effetti dell’annuncio che la premier ha fatto a New York, a margine dell’Assemblea Onu, in cui la Francia di Macron – con molti altri paesi – ha annunciato il riconoscimento dello stato di Palestina. Meloni e la sua maggioranza presenteranno una mozione per fare altrettanto, ma con due condizioni: il rilascio degli ostaggi e l'esclusione di Hamas da qualsiasi forma di governo in Palestina. Una mossa per uscire dall’impasse e dare un segnale all’opinione pubblica, anche agli elettori di centrodestra. Ma che al tempo stesso ha ricadute sull’opposizione, sempre alle prese con la complicata costruzione dell’alternativa. La coalizione larga, che si è formata per le prossime regionali, rischia già di perdere qualche pezzo, al centro. La posizione sulla Palestina delle tre principali forze progressiste è ben diversa da quella di Renzi, che si è incaricato di costruire una tenda per riformisti e moderati. “Prevalga il buon senso”, ha detto il ministro Antonio Tajani rivolgendosi anche alle opposizioni. Una timida apertura è arrivata ieri da qualche riformista dem. Ma la prospettiva evocata dal vicepremier forzista è davvero complicata. M5s e Avs hanno già detto no.
Votare la mozione di maggioranza? “Prima Meloni venga a spiegarci perché non ha mai votato le nostre”, risponde al Foglio Giuseppe Provenzano, responsabile esteri del Pd. Con sfumature diverse, da Conte a Schlein, le opposizioni hanno dunque attaccato il governo per un intervento considerato tardivo e ipocrita. E che avrebbe – è il ragionamento – l’obiettivo di far passare le opposizioni come vicine alle posizioni di Hamas. E’ quello che Nicola Fratoianni definisce un “nauseante gioco delle tre carte davanti al genocidio. Come abbiamo già fatto, lavoriamo per un’altra mozione comune”. Anche con Italia viva? “Non me lo chieda”, allarga le braccia il leader di Avs prima di raggiungere il sit in convocato davanti alla Camera (c’erano anche i parlamentari delle opposizioni, che in mattina hanno anche occupato l’Aula) in solidarietà alla Flotilla, le cui imbarcazioni – hanno denunciato gli attivisti – sono state colpite da droni e bombe israeliani. Un episodio che ha contribuito ad alzare ulteriormente i toni dello scontro politico, anche al netto della decisione di Crosetto, accolta positivamente dall’opposizione: “Un primo gesto concreto, finalmente”. Il ministro ha infatti deciso di inviare una fregata militare in soccorso delle navi battenti bandiera italiana dirette a Gaza, su cui si trovano alcuni parlamentari.
A maggio Pd, Avs e M5s erano riusciti a trovare l’intesa per un documento comune su Gaza da presentare in Aula: fu bocciato, ma rappresentò comunque un segnale politico – sebbene nella quota riformista dem qualcuno storse il naso. Mentre Iv presentò una propria mozione, approvata in parte, anche con i voti della destra. E questa volta? Nelle ultime ore dalle parti di Iv prendevano tempo: “A oggi non abbiamo un testo, vedremo”, la formula usata da vari parlamentari. Fino a ieri sera Renzi, da qualche mese tra i più combattivi nei confronti di Meloni, non si era ancora espresso. D’altra parte le parole utilizzate dalla premier nell’annunciare la mozione sono in buona parte sovrapponibili a quanto sostenuto più volte dal leader di Iv: “Il riconoscimento della Palestina è solo uno slogan. Prima disarmiamo Hamas”. Per Renzi, che pur criticando Netanyahu non ha mai usato il termine genocidio, bisogna prima creare le condizioni per la nascita di una vera Autorità palestinese. Con tali premesse sarebbe insomma difficile per Iv votare contro la proposta del centrodestra. Con il serio rischio di nuove tensioni nell’opposizione. Quello che in fondo si augurano Meloni & Co.