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Il colloquio

“Il ceto medio non va più in spiaggia per colpa dell'euro e della sinistra”. Parla Mr Papete

Gabriele De Campis

"Gli italiani stanno a casa perchè c'è una grande crisi causata dai governi prima di Meloni e Salvini", dice Massimo Casanova. "Santanchè? Sta facendo bene ma bisogna riflettere sulla crisi del turismo" 

A Massimo Casanova, alias “Mr Papeete”, nonché storico amico del vicepremier Matteo Salvini, ricordiamo che d’estate si cantava ‘Sapore di sale’ di Gino Paoli. In queste settimane, invece, nel racconto mediatico non c’è nessuna magia, resta solo il ‘salato’ del caro-ombrelloni. “Non è questo il punto di partenza giusto”, replica a il Foglio Casanova. Da dove bisogna muoversi allora? “Va guardata questa annata turistica nel complesso”. Da ex europarlamentare continua a girare l’Italia e spiega la sua visione: “Ecco, c’è una grande crisi, vedo un calo dal 10 al 30 per cento di presenze nelle località di mare”. Tutti danno la colpa ai balneari, lo sa? “I balneari non sono un blocco unico: c’è chi alza il listino e chi no. Ognuno fa quello che crede, ma non ho visto grandi impennate. E’ chiaro che con meno gente e pochi arrivi, qualcuno prova a ritoccare, generando il fenomeno del ‘cane che si morde la coda’”.

Nessuno come i gestori delle spiagge sa che se aumenti molto i prezzi i flussi si spostano nel lido accanto che abbassa il costo dell’ombrellone. Basta vedere la Romagna: i stabilimenti sono tutti uguali. Se uno tiene il listino più basso, cresce nei numeri. Tutta colpa della Bolkestein, allora? “Il commissario olandese… Purtroppo la discussione sulle concessioni è partita subito male. L’ho incontrato, Frits, quando ero a Bruxelles: mi ha assicurato davanti a tutti che la sua direttiva non doveva riguardare le spiagge. Era l’ultima cosa che voleva fare, non pensava certo alle aste. Da lì tutto è precipitato. Poi ci hanno messo del loro alcuni partiti”. Tiriamo una linea. “I 5 stelle su tutti: hanno picchiato molto contro i gestori, sbagliando. I problemi andavano risolti con le categorie, non con gli slogan e  le demonizzazioni. Ci volevano le proposte, come quella di differenziare il canone tra una località molto nota e una limitrofa meno frequentata.  A Forte dei Marmi si poteva pagare di più che in un centro vicino…”. I lidi della Versilia fanno pensare a quello di Daniela Santanchè. “Allora facciamo così: a Milano Marittima, dove sto io, si dovrebbe pagare di più che a Pinarella…”.


Dopo gli esperti di covid, ci sono gli opinionisti del caro-ombrellone. La “sociologia del lettino costoso” fotografa le sofferenze del ceto medio davanti al dilemma del budget per le vacanze: “La classe media non esiste più in Italia. La piccola e media impresa è stata distrutta da Monti in poi. Con il 76 per cento di tasse dove si va. Tutte le aziende di Modena, Carpi, Reggio Emilia, Mantova e Brescia sono realtà importantissime, adesso sono in difficoltà. E ne restano molte meno”. Si arriva alla stretta delle famiglie sui consumi vacanzieri: “Con due stipendi da 1.500, si fa fatica a poter andare in villeggiatura. Se uno paga le bollette e le altre prime necessità, resta poco. Ecco, l’euro ci ha distrutto. Non a caso i paesi che stanno meglio sono quelli che hanno mantenuto la loro moneta, come l’Ungheria”. Casanova, lei è in Puglia, regione nella quale i lidi di fascia alta sono sold out questa settimana: “L’economia turistica non si fa in dieci giorni. E così sei costretto ad alzare i prezzi. Non bastano quindici giorni di full, per far quadrare i conti delle aziende”. La parola magica è “de-sta-gio-na-liz-za-zio-ne”. “E’ un tema che tratto con i nostri assessori in giro per l’Italia. A Cervia ne parliamo da 20 anni… Bene, ma anche lì devi lavorare almeno tre mesi pieni. Giugno, luglio e agosto. Per sostenere il costo del personale non puoi allungare da maggio a ottobre, se non sei pieno nel cuore della stagione”.

Qualcuno parla di una campagna di marketing alla Tafazzi, contro il turismo estivo in Italia, mentre tutto il mondo è “caro-ombrellone” e anche l’Albania registra un calo. Lì gli italiani non vanno più, per i prezzi alti. Mal comune… “Gli italiani stanno a casa, perché c’è una grande crisi. I governi, prima di quello della Meloni e di Salvini, sono riusciti a rompere il porcellino conservato nelle case degli italiani, lo scrigno dove c’era la loro sicurezza. Portate via quelle risorse, si arriva qui. Senza dimenticare che gli stipendi sono anni che non vengono alzati”. Vedrà Salvini per qualche giorno di mare insieme? “Matteo da quando è al governo ha tanti impegni. Non si ferma mai”. Nemmeno a Ferragosto? “Non escludo che potremmo incontrarci”. Che consiglio non richiesto darebbe al  ministro Santanchè?”. “Daniela sta facendo bene, però bisogna riflettere sulla crisi del turismo. Non solo lei, questo governo deve metterci mano, magari sostenendo le famiglie con incentivi per le vacanze”. La cartolina perfetta del 2025: lido semi vuoto, niente mojito e note di ‘Summer on a solitary beach’ del maestro Franco Battiato.

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