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le dimissioni
Chi è il Piero Bitetti, il sindaco dimissionario di Taranto
Dopo appena due mesi la città pugliese resta senza primo cittadino a causa delle minacce degli ambientalisti più oltranzisti e delle fratture politiche. Il centrosinistra paga l’alleanza fragile e una campagna elettorale complicata
Con il senno di poi non era iniziata benissimo, l'avventura del sindaco dimissionario di Taranto Piero Bitetti, primo cittadino eletto per il centrosinistra soltanto due mesi fa, ma anche uomo che ieri sera, dopo un'agitata riunione sull'ex Ilva, ha rinunciato alla carica per “mancata agibilità politica” e minacce degli ambientalisti più oltranzisti. E se il dossier Ilva resta sospeso a mezz'aria – nonostante fosse prevista in questi giorni una riunione del Consiglio comunale ad hoc e un vertice a Roma con il ministro Adolfo Urso, la parabola del sindaco si spiega anche forse con la campagna elettorale accidentata: il centrosinistra non si era infatti presentato in modalità campo largo al primo turno, vista la decisione del M5s di non sostenere Bitetti, ma di candidare Annagrazia Angolano, portatrice poi di un tesoretto utile al Pd per vincere al secondo turno (dieci per cento circa di voti).
Ma a quale prezzo? Il centrodestra, diviso a sua volta tra Lega, schierata a favore del candidato Francesco Tacente attraverso un sistema di liste civiche, e Fratelli d’Italia, Forza Italia, Noi Moderati e Pli, uniti a sostegno di Luca Lazzaro, non a caso aveva sottolineato il problema dell'avversario: come fai poi con gli ambientalisti e l'ala oltranzista del M5s? Il ballottaggio vinto dalla sinistra non aveva dunque portato vera pace sul tavolo del neoeletto cinquantunenne Bitetti, veterano della politica a differenza dello sfidante Francesco Tacente (Bitetti, infatti, al momento dell'elezione, poteva vantare ventisette anni di vita pubblica).
Già ufficiale di Marina, poi consigliere comunale e assessore, il sindaco oggi dimissionario si era presentato con lo slogan “questa città va pacificata” e aveva lanciato la sua corsa in piedi su una sedia, insistendo su “dignità, stabilità e futuro”. Non era privo però di nemici interni, visto il ruolo ricoperto nel percorso che, nel febbraio scorso, a Taranto aveva portato alla sfiducia nei confronti dell’ex sindaco Rinaldo Melucci, dopo le dimissioni anticipate di diciassette consiglieri comunali (conseguenza: la caduta della giunta). Ultimo, ma non ultimo: Bitetti nel 2017 aveva lasciato il Pd per candidarsi sindaco alla testa di una coalizione di liste civiche (non venendo eletto), per poi avvicinarsi a Italia in Comune a supporto del governatore uscente Michele Emiliano. Neanche quella volta era stato eletto, ma il rapporto con Emiliano si era consolidato, tanto che nel 2022 Bitetti aveva aderito al movimento Con del presidente della Regione – e quella era stata (di nuovo) la volta buona: il futuro sindaco dimissionario era rientrato in Consiglio comunale. E da ha camminato a grandi passi fino all'epilogo di oggi.