
Ansa
dopo il caso Kaufmann
Truffe, film e Tax credit: Giuli annuncia strette e controlli. Una storia italiana
“Nessun film fantasma avrà più risorse pubbliche”, dice il ministro della Cultura che assicura controlli stringenti e risorse. Circa 200 i casi attenzionati
C’è voluto un omicidio e un presunto assassino dalle molte identità, con la passione del cinema. Ma adesso: “Nessun film fantasma avrà più risorse pubbliche”, assicura Alessandro Giuli, durante un question time in Senato. Il ministro della Cultura rispondeva a un’interrogazione sul Tax credit, dopo quella che Stanis La Rochelle – uno dei protagonisti della celebre serie Boris – avrebbe forse definito una storia “molto italiana”. Di quelle che capitano dalle nostre parti, quando c’è di mezzo un credito d’imposta. Tra truffe, pellicole mai realizzate e indagini in corso, il Tax credit non fa eccezione e si sta guadagnando una menzione speciale. Per questo ieri il ministro della Cultura ha spiegato anche quali misure sono state e saranno messe in campo per provare a raddrizzare un provvedimento nato nel 2009, poi riformato nel 2016 da Dario Franceschini e sul quale lo stesso governo Meloni ha intrapreso una battaglia (anche politica, culturale, contro la sinistra) già ai tempi di Gennaro Sangiuliano.
Il Tax credit, ha premesso Giuli, “ha contribuito alla crescita dell’intero mercato in termini culturali, economici, industriali e occupazionali”. Ma sono ci sono state anche “distorsioni plateali” che hanno reso necessaria una “razionalizzazione dei criteri di attribuzione delle risorse e degli incentivi”. Quanto le nuove misure saranno efficaci si vedrà. Ma nel frattempo la storia drammatica degli omicidi a Villa Pamphili ha acceso i fari, una volta di più, sulle storture degli incentivi per il cinema. Lo storia è nota, l’ha rivelata Franco Bechis su Open: il presunto assassino Francis Kaufmann, l’americano dalle molteplici vite e identità (nel caso del Tax credit si chiamava Rexal Ford), nel 2020 ha ottenuto insieme alla società di produzione Coevolutions un finanziamento da oltre 860 mila euro per realizzare il film “Stelle della notte”. Di questa pellicola tuttavia non v’è traccia. Il ministero, e non solo, sta indagando. Ma l’interrogativo sorge spontaneo: è solo un caso? E se no, quanti altri film, quante altre truffe simili sono state commesse? Difficile dirlo oggi, ma il sospetto, a sentire le parole pronunciate dal ministro, è che possano essere parecchie. Anche perché il meccanismo che regola le agevolazioni, in attesa che le strette annunciate dal Mic sortiscano gli effetti sperati, non sembrava avere criteri di verifica troppo stringenti. Una parte viene erogata preventivamente, prima dell’effettiva uscita delle pellicole. Nel caso dei film italiani bisogna presentare una serie di documenti nei quali si attestano i costi attraverso preventivi e contratti. Poi una copia del film arriva al ministero, prima della fase di distribuzione nelle sale.
Per le produzioni internazionali si aggiungono altri criteri – per esempio il fatto che alla produzione lavorino maestranze italiane. In questa seconda ipotesi però come riscontro per il ministero, oltre ai documenti, “arrivano spezzoni di girato anche suddivisi in semplici giornate”, come ha spiegato al Corriere Nicola Borrelli, direttore generale Cinema del Mic. Con “Stelle della notte” pare sia andata in questo modo, sebbene i produttori di Coevolutions abbiano confermato che tutto fosse in regola. Quello che manca in ogni caso è una valutazione ex post, legata cioè ai risultati e agli incassi. Va ricordato inoltre che strumenti simili al Tax credit sono presenti in molti paesi europei, svolgendo un ruolo importante nel sostenere il settore. L’Italia era fino all’anno scorso tra i paesi con le condizioni più favorevoli, con un rimborso al 40 per cento grazie alla legge Franceschini, poi superata con una serie di interventi di questo governo, che tuttavia non appaiono del tutto risolutivi.
Ieri intanto il titolare del Mic ha fornito qualche numero sulle verifiche in corso: “Controlli su circa 200 opere per le quali sono stati richiesti documenti contabili e fiscali”. Non solo: “Si è proceduto alla consegna di circa la metà dei fascicoli alla Guardia di finanza”. A Roma in procura sono arrivati negli scorsi giorni alcuni esposti legati al Tax credit. Altri erano stati presentati a febbraio (sotto la lente anche The Equalizer 3, con Danzel Washington, girato in parte sulla Costiera amalfitana).
Così Giuli ha infine annunciato che il suo ministero sta adottando stringenti “novità di tipo normativo”, disponendo inoltre “ingenti risorse per il rafforzamento delle attività di controllo”. Se tutto questo basterà a evitare un altro caso Kaufmann è difficile a dirsi. La speranza tuttavia è che la prossima volta, per occuparsi di una truffa, non occorra un omicidio.