(foto LaPresse)

il colloquio

Tarquinio: “Superare la Nato, adesso lo dice anche Crosetto. Nel Pd ci sia più rispetto per i pacifisti”

Luca Roberto

L'europarlamentare eletto con i dem: "La manifestazione di Conte contro l'Alleanza atlantica? La rispetto. Gli unici pacifinti sono a destra. Sul no al riarmo Schlein ha espresso una linea chiara ma deve andare più spedita. Riprendere gli accordi con la Russia? Ci vuole la capacità di andare oltre il presente: bisogna sottrarre Mosca alla Cina"

Superare la Nato? Quando lo dicevo io a qualcuno sembrò uno scandalo. Ma adesso lo dice anche Crosetto, non esattamente un esponente dell’internazionale pacifista ma il ministro della Difesa. Forse il fatto di aver parlato a dei giovani l’ha portato a dire cose che pensava già”. Colloquiando col Foglio Marco Tarquinio, europarlamentare eletto da indipendente nelle file del Pd, parte da alcune considerazioni sul vertice dell’Alleanza atlantica in corso all’Aia. “In una battuta, mi auguro che il 5 per cento del pil sia davvero in difesa e non in attacco”, ragiona l’ex direttore di Avvenire. “Il secondo punto è che qualcuno a Roma dovrebbe prendere delle lezioni di sovranismo virtuoso, se è vero che il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha negoziato con il segretario generale Mark Rutte delle condizioni specifiche per il proprio paese in ragione di quella sovranità nazionale tanto sbandierata dalla destra-centro italiana. Mentre adesso Meloni preferisce inchinarsi ai diktat che servono a finanziare il complesso industriale-finanziario statunitense. Perché è evidente che quest’aumento delle spese in difesa per il 50-80 per cento finirà nelle casse di aziende Usa, anche se in parte legate a quelle europee”.

 

Tarquinio fa l’esempio della Spagna perché “la direzione indicata dal governo spagnolo è quella che indico anch’io. E che del resto è anche la linea espressa dalla segretaria Schlein, con un posizionamento chiaro assunto dal Pd”. Quale? “Il rifiuto di un riarmo su base nazionale, esattamente quello che vorrebbe il piano von der Leyen che non a caso sembra essere stato scritto solo per favorire il riarmo tedesco. Sapendo che una vera politica comune di difesa europea passa da una cessione di sovranità. E cioè esattamente quello che Meloni e il governo italiano si rifiutano di fare. Serve un coraggio degasperiano”. Secondo l’europarlamentare, peraltro, il superamento di un architettura di governance basata sul ruolo della Nato dovrebbe accompagnarsi a contemporanee profonde revisioni nelle strutture diplomatiche internazionali: “Tutto dovrebbe partire da una riorganizzazione delle Nazioni Unite, per esempio da un Consiglio di sicurezza in cui si accede non per cooptazione. E’ quello che dovrebbe fare l’Europa: costruire dei tavoli e delle condizioni perché la politica si sostituisca alla guerra”.

 

Le posizioni anti militariste e pacifiste di Tarquinio sono note. Eppure su molte questioni sembra essere più vicino al M5s di Conte che non al Pd che lo ha candidato a Strasburgo. “Riconosco che anche all’interno dei dem ci sono delle resistenze, ma Schlein ha iniziato ad accentuare un cammino in questa direzione. Certo, vorrei che fosse ancora più spedito e andrebbe declinato ancor più nel concreto”, dice il giornalista. Le iniziative assunte dai soggetti del cosiddetto campo largo, però, dovrebbero essere tutte degne di considerazione: “La manifestazione organizzata da Conte all’Aia contro il vertice Nato la rispetto. Ovviamente era una chiamata a raccolta dei soggetti di quella famiglia politica, di cui non fa parte il Pd ma con cui condividiamo un pezzo di percorso. Una cosa che però ci tengo a sottolineare è che nel campo di chi vuole costruire un’alternativa alla destra-centro c’è bisogno di rispetto per le posizioni di tutti. E anche quando all’interno del Pd sento qualcuno additare le nostre posizioni come ‘pacifinte’ ci tengo a sottolineare come gli unici pacifinti stiano a destra, tra coloro che applicano un doppio standard tra guerre diverse. E che trattano diversamente ora Putin e ora Netanyahu. Mentre invece io penso che sia con Putin che con Netanyahu ci si debba parlare, pur senza calare le braghe”. Su un altro punto specifico M5s e Pd si sono trovati in disaccordo: il ritorno a una collaborazione commerciale con Mosca, soprattutto in campo energetico, qualora si arrivasse a una pace tra Russia e Ucraina. Un punto della mozione 5s votata alla Camera lunedì e indigesta ai dem. “Io per mia natura sono portato ad ascoltare tutti, anche la maggioranza, figuriamoci uno degli attori da cui ricostruire il centrosinistra come Conte”, risponde Tarquinio. “Ho letto quella mozione: si faceva riferimento a un periodo futuro in cui si dovessero ristabilire i rapporti con Mosca. In politica le tempistiche sono importanti e quindi si poteva valutare l’opportunità o meno di inserirlo nella mozione, ma certo al termine della guerra sarà un tema cercare di capire quale sarà la collocazione internazionale della Russia. E io credo che la grande sfida sarà di riportare la Russia in Europa, sottraendola al rapporto con la Cina, oltre gli Urali”.

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  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.